ALPHONSE DAUDET

Alphonse Daudet (1840-1897), originario della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, è stato uno scrittore e drammaturgo francese esponente del Naturalismo.

Alphonse Daudet.

Segretario del duca di Morny, Presidente del Corpo Legislativo, si dedicò alla letteratura dopo aver vissuto una gioventù estremamente difficile che in parte è narrata nel suo romanzo “Le petit Chose” del 1868. Il titolo dell’opera non è mai stato tradotto in italiano.

La vicenda narra le disavventure del piccolo Daniel Eyssette, soprannominato in collegio “Le petit Chose” e mai chiamato col suo vero nome, segno della grandissima “depersonalizzazione” di cui è vittima da parte di compagni e professori. Dopo molte peripezie, il ragazzo riesce a ricongiungersi a suo fratello Jacques a Parigi, ma solo per vederlo morire più tardi e finire lui stesso ammalato gravemente.

La storia è basata sulle vicende realmente accadute allo scrittore, che dovette accettare un deprimente lavoro come sorvegliante al collegio di Alès per ragioni di indigenza, impiego che abbandonò dopo poco tempo per raggiungere il fratello Ernest a Parigi, dove iniziò la carriera di segretario e di scrittore ottenendo finalmente la tranquillità economica che gli permise di dedicarsi senza preoccupazioni alla stesura di romanzi e opere teatrali.

Tra le sue opere più famose vi è il “Tartarin di Tarascona” o “Le avventure prodigiose di Tartarin de Tarascon” (Les aventures prodigieuses de Tartarin de Tarascon) del 1872, un romanzo ambientato nella stessa regione natale del poeta, e in particolare nella città che prende nome dal leggendario mostro Tarasca (Tarrasque).

Tartarin (o Tartarino) è un personaggio alquanto bizzarro, che ricorda in parte il Don Chisciotte della Mancia di Cervantes: mitomane e piuttosto sicuro di sé, Tartarin è un borghese che decide ingenuamente di imbattersi sempre in folli e disperate imprese per ottenere fama e gloria presso gli abitanti della sua città, ricalcando un po’ il carattere del francese del sud, mitomane e allo stesso tempo credulone e fanciullesco. Persino i suoi abiti sono quelli tradizionali del sud della Francia, fatti da un capello rosso e quadrato, un gilerino blu e un’ampia fusciacca rossa.

Nel primo libro, Tartarin deciderà di cacciare un leone che vive sul massiccio dell’Atlante, in Africa. Qui il povero Tartarin, lungi dal comportarsi da eroe, verrà derubato e raggirato, e l’unico leone che riuscirà ad uccidere sarà vecchio e malandato, cosa che non rivelerà a nessun per poter essere accolto in patria con tutti gli onori.

Nei libri successivi (“Tartarin sulle Alpi” e “Port-Tarascon”), rispettivamente del 1885 e del 1890, Tartarin si recherà prima in Svizzera, dove deciderà di scalare il Monte Bianco (monte che si trova tra Francia e Italia), e poi in Australia per colonizzarla, ma come sempre l’impresa non riuscirà e l’ ingenuo “eroe” si troverà vittima di raggiri ed inganni.

Questo personaggio è ormai divenuto così celebre da essere stato immortalato da film per il cinema e la televisione, nonché serie televisive. Oggi il “Tartarin de Tarascon” è anche una maschera popolare della Provenza.

Locandina del film “Tartarin de Tarascon” del 1962, diretto da Francis Blanche.

Altre opere molto importanti di Daudet sono: le “Lettere da mio mulino” (Lettres de mon moulin) del 1869, dove viene contemplata la bellezza della regione natale dello scrittore; il dramma “L’Arlesiana” (L’Arlesienne) del 1872; la raccolta di novelle “Les contes de lundi” del 1873; il romanzo “Il nababbo” (Le Nabab) del 1877 e il romanzo “Jack” del 1876. Quest’ultimo romanzo ricorda la trama di “Le petit Chose”, in quanto narra anch’esso le tristi vicende di un bambino del collegio.

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