GUY DE MAUPASSANT

Guy de Maupassant (1850-1893) è stato uno scrittore francese esponente del Realismo e del Naturalismo, caratterizzato soprattutto da una visione pessimista del mondo e della sua realtà.

Guy de Maupassant.

Iniziò in gioventù a scrivere romanzi che descrivessero il panorama della sua epoca nella maniera più realistica possibile seguendo le orme del suo maestro Gustave Flaubert, autore di “Madame Bovary“. A differenza di quest’ultimo, però, Maupassant preferì sempre una narrazione semplice e una sintassi chiara, priva della minuziosità e pesante meticolosità che invece prediligeva il suo maestro.

Nato in Normandia, inizialmente trovò lavoro a Parigi al Ministero della Marina, impiego che lasciò per dedicarsi al mestiere di romanziere e per collaborare con alcune riviste.

Nelle sue opere, Maupassant descrive tutte le classi sociali, senza alcun distinzione, e ne approfitta per dare una descrizione anche dei suoi conterranei, i normanni, con tutti i loro difetti più caratteristici. L’umanità in generale viene descritta con tutti i suoi problemi, le sue mancanze e le sue bestialità. I mali di ciascun individuo vengono visti  soprattutto come mali sociali e, al pari dei Naturalisti, viene data una descrizione onesta e molto schietta dei problemi dell’epoca contemporanea allo scrittore.

Nel 1880 venne pubblicata “Palla di sego” (Boule de suif), a cui seguirono “La casa Tellier” (La Maison Tellier) del 1881, “Mademoiselle Fifi” e “Racconti e novelle” (Contes et Nouvelles) del 1882, ” Racconti della beccaccia” (Contes de la bécasse) e “Racconti del giorno e della notte” (Contes du jour et de la nuit) del 1885, “Le Horla” del 1887 e “Una vita” (Une vie) del 1888.

Un altro celebre romanzo è “Bel ami” del 1885, il cui titolo non è mai stato tradotto in italiano ma ha un significato ironico: parla infatti del meschino Georges Duroy, che approfitta dell’amicizia con un borghese per fare carriera e, alla sua morte, sposarne la vedova. Questi, però, si comporterà in maniera meschina anche con lei, decidendo di liberarsene per sposare una nuova amante. Il titolo può essere quindi tradotto come “Bell’amico”, alludendo al comportamento sleale di Duroy nei confronti della famiglia dell’amico Forestier, che riesce inizialmente a tirarlo fuori dai guai e da uno stato di indigenza.

Il personaggio di Georges è pari ai personaggi descritti da Zola: si tratta infatti di un essere abbietto, privo di moralità e di scrupoli, circondato da persone parimenti corrotte e di malaffare. Il romanzo vuole descrivere uno spaccato della realtà di fine Ottocento, caratterizzata da una società corrotta e senza alcun tipo di etica morale.

“Le Horla” è invece un racconto dell’orrore che prende nome dalla figura diabolica e misteriosa che perseguita il protagonista come il prodotto di un suo delirio mentale, tale da farlo dubitare di ogni sua certezza e condurlo a meditare il suicidio.

Maupassant, appassionato di psicologia, inserisce in quest’opera le sue conoscenze riguardo alle ossessioni e alla nevrastenia, nonché l’angoscia generata dall’incertezza sulla realtà degli avvenimenti della vita e sul prodotto delle proprie percezioni.

Negli ultimi anni della sua vita, anche Maupassant fu colto da deliri di persecuzione, e morì per cause imprecisate [1].

Note bibliografiche:

[1] “Littérature et civilitation français” di G.F. Bonini e M-C. Jamet sous la direction de G. Freddi, Valmartina, 1994, Torino, volume 2, pag. 132.

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