IL TARDO CLASSICISMO

Col termine “Tardo Classicismo” si intende quel particolare stile scultoreo che nacque in Grecia – per la precisione nella polis di Atene – dopo la Guerra del Peloponneso (404 a.C.), il conflitto armato che vide la democratica Atene sconfitta dalla sua rivale storica Sparta.

L’esito della guerra fece crollare le certezze politiche, militari e sociali della polis greca ateniese,  la quale si trovò ad affrontare un consecutivo periodo di crisi e di forte instabilità che seppe influenzare anche l’arte, e principalmente la produzione scultorea dell’epoca. L’incertezza politico-sociale creatasi dette così avvio a un nuovo stile artistico che prese nome di Tardo Classicismo.

“Hermes con Dioniso”, opera di Prassitele del Tardo Classicismo.

Il Tardo Classicismo fu uno stile scultoreo caratterizzato dall’esaltazione del sentimento, che si contrapponeva alla staticità dello stile precedente del V secolo a.C.: il Classicismo propriamente detto.

Il Classicismo era nato dopo la vittoria di Atene sui Persiani, periodo in cui la polis greca si era trovata a vivere un periodo di grande benessere politico, caratterizzato da una profonda armonia sociale e una serena imperturbabilità: forte delle sue abilità militari, la polis cominciò a considerarsi la più forte di tutte le altre città della Grecia, e per questo le opere artistiche che nacquero in quel periodo tendevano a esaltare la forza, il fisico virile ed atletico degli uomini, ed anche a trasmettere una sensazione di statica calma e di serena imperturbabilità. Maggiori esponenti di questo stile furono POLICLETO e FIDIA.

Uno dei più grandi esponenti del Tardo Classicismo fu invece PRASSITELE (IV secolo a.C.), famoso come “lo scultore della grazia” poiché, siccome Atene era stata battuta militarmente, la sua scultura non prediligeva più il fisico maschile ma la rappresentazione di donne e fanciulli, scolpiti con grazia e sinuosità.

“Il satiro in riposo”, opera di Prassitele.

Per far sì che le sue opere dessero sempre questa idea di sinuosità ed eleganza, Prassitele utilizzava soprattutto il marmo, a differenza dello stile precedente che si serviva del bronzo per rendere meglio la muscolatura prorompente di atleti e guerrieri.

 Molte delle sue opere sono andate perdute, ma ne vennero fatte numerose copie in epoca romana per decorare le terme e i giardini. Grazie a tali copie, possiamo fortunatamente avere ancora diversi esempi del suo stile artistico.

I soggetti preferiti di Prassitele erano le dee oppure gli dèi fanciulli o adolescenti, molto spesso umanizzati.

Venere Cnidia, di Prassitele.

Sue opere molto importanti furono l’ “Hermes con Dionisio” del museo archeologico di Olimpia (dove, al posto della divinità virile e nerboruta che predominava durante il Classicismo, viene rappresentato un uomo con un bambino piccolo, dalla posa aggraziata e non più statica), “Il satiro in riposo” conservato a Roma (dove prevalgono un atteggiamento naturale, più umano, e un’espressione corrugata che si sostituiscono alla posizione eretta, statica e all’espressione ieratica del Classicismo) e la “Venere cnidia” in cui la dea viene colta mentre sta prendendo un telo per coprirsi dopo il bagno.

Apollo Sauroctono, di Prassitele.

Un’altra opera molto famosa è l’ “Apollo Sauroctono”, così chiamato per la presenza di una lucertola su un tronco d’albero. Anche in quest’opera, l’asse longitudinale del corpo del dio è spostato e inclinato, la gamba sinistra spostata indietro facendo cadere tutto il peso su quella destra, l’atteggiamento è fanciullesco di curiosità e meraviglia. Tutti questi elementi sono propri del Tardo Classicismo e si riconoscono bene nell’opera di Prassitele.

Come si può vedere da queste importanti opere scultoree, nell’arte del Tardo Classicismo la stazione eretta, simbolo di stabilità e sicurezza di sé, viene sostituita dalla posizione inclinata e dal corpo in linea spezzata, simbolo della mancanza di certezze e del dubbio. La grazia e la dolcezza vengono esaltate al posto della forza, e si preferiscono come soggetti divinità colte in atteggiamenti più umani e spontanei.

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