LA MORTE DI ROBESPIERRE

Storia degli ultimi mesi di vita di Maximilien de Robespierre, il principale fautore della Rivoluzione Francese, dall’instaurazione del Terrore alla sua morte sulla ghigliottina nel 1794.

Nel giugno 1793 venne approvata una Costituzione emanata dai Giacobini i quali, dopo l’espulsione dei Girondini, detenevano il pieno controllo della Convenzione Nazionale e del Comitato di Salute Pubblica, principali organi di governo della Francia rivoluzionaria (Costituzione giacobina o Costituzione montagnarda).

Questa costituzione prevedeva come fine ultimo della repubblica “la ricerca della felicità e del bene comune”, a imitazione della costituzione americana emanata nel 1789, lo stesso anno dello scoppio della rivoluzione francese.

Tuttavia, questo evento segnò invece l’inizio di un periodo molto infausto per il Paese, che venne definito “Il Terrore” (o “La Terreur” in francese). Infatti, per proteggere la repubblica appena nata dagli attacchi dei nemici (Inghilterra, Austria e Prussia ne furono i principali oppositori: I coalizione), era necessario che tutti i suoi membri – e in particolare i suoi dirigenti – fossero compatti più che mai. Per assicurarsi ciò, Maximilien de Robespierre (capo del Tribunale Rivoluzionario e del Comitato di Salute Pubblica) insistette finché non venne emanata la “legge dei sospetti” (17 settembre 1793), la quale determinava una forte riduzione della libertà individuale, considerando come sospetti di comportamento anti-rivoluzionario (e quindi suscettibili all’arresto e alla pena di morte) moltissimi cittadini, anche i più accesi repubblicani.

Arresto di Robespierre.

Durante questo periodo, perirono sulla ghigliottina per mano di Robespierre e dei suoi collaboratori (in particolare Saint-Just e Georges Couthon) più di 200.000 persone, tra cui Danton, Desmoulins (aprile 1793), Lavoisier (vai alla pagina sui CHIMICI FRANCESI) e la stessa Maria Antonietta (ottobre 1793).

Il Terrore ebbe la sua apoteosi dal 10 giugno al 27 luglio 1794, periodo definito “Grande Terrore”: il 10 giugno, infatti, venne emanata una legge passata alla storia come “Legge del 22 pratile anno II” (secondo il calendario rivoluzionario) o Loi de Prairial: questa privava addirittura gli imputati del diritto di difendersi davanti al Tribunale Rivoluzionario e di ricorrere in appello.

Per fermare Robespierre, alcuni cittadini congiurarono contro il Comitato di Salute Pubblica, andando a formare quelli che vennero chiamati “Termidoriani” in occasione del 9 Termidoro, giorno dell’arresto di Robespierre (Congiura del 9 Termidoro, 27 luglio 1794).

Il 26 luglio lo stesso Robespierre, che per circa un mese non si era più esposto pubblicamente (dopo cioè la vittoria di Fleurus in Belgio, durante la quale l’esercito francese sconfisse la I coalizione antifrancese) tenne un discorso davanti alla Convenzione Nazionale denunciando altri sospetti ma senza fare i loro nomi. Secondo gli storici, questo errore gli fu fatale perché impedì ai suoi avversari di essere arrestati e permise loro di coalizzarsi nei Termidoriani guidati da Paul Barras.

Il giorno dopo, infatti, Robespierre e molti dei suoi alleati, fautori del Terrore (fra cui Saint-Just), vennero arrestati per opera dei Termidoriani, e ghigliottinati il giorno successivo (10 termidoro anno II) a Place de la Révolution, oggi Place de la Concorde di Parigi.

Immagine d’epoca che raffigura la morte di Robespierre.

Dopo l’arresto avvenuto dopo una seduta della Convenzione, Robespierre venne condotto nel municipio di Parigi (Hôtel de ville) ma poi fu trasferito a gran voce in carcere alla Conciergerie per volere dei suoi oppositori. Questi uscì dal municipio con la mascella fasciata, e questo fatto destò forte perplessità sul modo in cui “l’ Incorruttibile” si era procurato la ferita.

Secondo una versione, Robespierre era stato ferito da un colpo di pistola sparato da un soldato venuto ad arrestarlo. Secondo però un’altra fonte più accreditata, si sarebbe sparato da solo nel tentativo di suicidarsi. Ad ogni modo, il colpo gli procurò la frattura della mascella in più punti.

Si racconta che Robespierre non fece un lamento quando venne medicato e fasciato, molto probabilmente perché sotto shock; ma emise un lungo grido di dolore solo quando il boia gli tolse la benda un attimo prima di venire ghigliottinato.

Venne sepolto nel Cimitero degli Errancis (“Cimitero degli Storpi”) di Parigi, dove venivano sepolti coloro che a quell’epoca  perivano sulla ghigliottina. Il cimitero, costruito il 5 marzo 1793, venne chiuso definitivamente il 23 aprile 1797. Sul luogo dove sorgeva è presente una lapide commemorativa.

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