ROBESPIERRE E “L’ESSERE SUPREMO”

Storia dell’ “Essere Supremo”, la divinità che Maximilien de Robespierre tentò di introdurre in Francia dopo l’abolizione dell’Ancien Régime e della religione cristiana di cui erano portavoce tutti i sovrani.

Durante gli anni della Rivoluzione francese, il cattolicesimo venne abolito come manovra politica, in quanto il sovrano si era sempre professato incaricato da Dio di comandare sulla Francia. I rivoluzionari proibirono qualsiasi forma di religione, tranne il culto della Dea Ragione sul quale si erano basate le teorie di uguaglianza che avevano portato al crollo dell’Ancien Régime.

Dopo un primo periodo di ateismo imperante (1792- 1794), venne poi ripristinata la libertà di culto dallo stesso Robespierre, uno dei principali responsabili della Rivoluzione e più importante esponente del Comitato di Salute Pubblica e della Convenzione Nazionale. Tuttavia, per evitare un ritorno al cattolicesimo e dunque della monarchia (anche se molti cattolici erano Repubblicani), egli introdusse il culto di Stato dell’ “Essere Supremo” (Être Suprême), basandosi sulle teorie illuministe di Voltaire (noto deista) e di Rousseau. Nel 1794 fece appunto approvare una legge secondo cui “il popolo francese riconosce l’Essere supremo e l’immortalità dell’anima” (articolo 1).

Illustrazione della Festa dell’Essere Supremo del 1794 conservata al Museo Carnavalet di Parigi, autore sconosciuto.

L’Essere Supremo era una divinità ispirata dalla natura, i cui fedeli predicavano l’uguaglianza, la razionalità, la lotta verso i tiranni e gli ideali repubblicani. Dai principi di questa nuova religione (amicizia, fratellanza, ecc.) derivarono nell’Ottocento quelli di “Liberté, Égalité e Fraternité”.

La prima festa di questa nuova religione venne celebrata a Campo di Marte a Parigi, l’8 giugno (o 20 pratile) 1794. Con questo gesto, però, crebbero gli oppositori di Robespierre tra cattolici e atei.

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