VERCINGETORIGE E LA GUERRA GALLICA

Questa pagina narra la vita e le imprese compiute da Vercingetorige (in francese “Vercingetorix“), re e condottiero di Gallia, antico nome della Francia, durante la Guerra Gallica (58 a.C. – 50 a.C.) combattuta contro Giulio Cesare, allora proconsole di Roma, per opporsi alla dominazione romana.

(Per saperne di più, vai anche alla pagina su I CELTI E I GALLI presente in questa sezione, e alle pagine dedicate alDE BELLO GALLICOappendici di questo argomento).

VERCINGETORIGE
Particolare della statua di Vercingetorige ad Alesia. Foto di Jochen Jahnke pubblicata sul sito di Wikipedia in tedesco. Pubblico dominio.

(scritto da Elisa Quaglia)

  • 125 – 122 a.C.

I Romani conquistano la Gallia Transalpina (o Comata). Con questo termine viene indicato un ampio territorio occupato da numerose tribù di etnia celtica corrispondente all’attuale Francia, ma che comprende anche il Belgio e parte della Germania e della Svizzera. In particolare, questo territorio è suddiviso in Gallia Celtica (centro della Francia), Gallia Belgica (Belgio), Gallia Narbonensis o Narbonense (sulla costa mediterranea della Francia) e Aquitania (a sud-ovest della Francia). Si distingue dalla Gallia Cisalpina (o Citeriore o Togata), che fa già parte da tempo dei territori romani e che corrisponde all’Italia settentrionale.

La Gallia Transalpina (o semplicemente Gallia) è abitata da diversi popoli, fra cui gli Edui e gli Arverni (o Alverni, secondo la “rotacizzazione” latina): i primi, situati nella Gallia orientale, stringono alleanza coi Romani, mentre i secondi, occupanti l’area centrale del territorio, si schierano fortemente contro Roma dando vita a una coalizione anti-romana inizialmente capeggiata dalla tribù alleata dei Sequani.

  • 121 a.C.

Sconfitta di una coalizione di Arverni presso Vindalium, da parte dei Romani. Questo evento segna la piena conquista della Gallia Transalpina da parte dell’esercito romano.

Il territorio si suddivide successivamente in tre parti: la Gallia Belgica, l’Aquitania e le restanti zone che vengono tutte denominate (sarà Cesare nella sua famosa opera “De Bello Gallico” a dircelo) solamente Gallia. Così dice infatti il primo libro dell’opera ” Sulla guerra gallica” (De Bello Gallico), scritta dal proconsole romano Giulio Cesare per raccontare le vicende relative al conflitto: “La Gallia è tutta divisa in tre parti, una in cui vivono i Belgi, un’altra in cui vivono gli Aquitani, e una terza che nella loro lingua chiamano Celta, nella nostra Gallia.”

  • 80 a.C. circa

Nascita di Vercingetorixs (o Vercingetorix), figlio di Celtillo, un aristocratico e capo di una tribù degli Alverni, nonché forte oppositore dei Romani. Non è certo se la sua nascita avvenne in Alvernia o in Gergovia, ma probabilmente nella prima. Secondo gli storici, il suo nome deriva da UER (prefisso che indica un superlativo) + KINGHETO (“guerriero”) + RIX (“re”) e potrebbe non essere tanto il suo vero nome quanto piuttosto un appellativo con il quale veniva chiamato dal suo popolo, che significa in lingua celtica ” Sommo re guerriero“. Nelle cronache italiane viene indicato come Vercingetòrige.

  • 58 a.C.

Caio Giulio Cesare, governatore delle Gallie e dell’Illiria (e proconsole di Roma) invade la Gallia Transalpina, ufficialmente per correre in difesa delle province e dei popoli alleati dei Romani che sono minacciati da alcuni invasori: in particolar modo, corre in difesa degli Edui minacciati dai Germani – guidati da Ariovisto – e della Gallia Narbonensis minacciata dalle tribù elvetiche, costrette a fuggire in Gallia a causa delle invasioni da parte di altri popoli. Anche i Britanni, dal nord, minacciano di invadere la Gallia.

In seguito, Cesare trascriverà le vicende compiute in Gallia all’interno di un’opera in 7 volumi chiamata “De Bello Gallico“, nella quale narrerà in terza persona le vicende relative al conflitto consumatosi dal 58 a.C. al 50 a.C.

Intanto Celtillo, padre di Vercingetorige, si pone a capo della fazione anti-romana assieme al popolo degli Arverni e dei Sequani e cerca di opporsi alle leggi imposte dalla Repubblica Romana, come quelle che contemplano la presenza di un regime aristocratico in Gallia, contrario alla tradizione e alla cultura dei nativi. Il suo tentativo di liberarsi una volta per tutte dall’egemonia romana e di porsi a capo di tutte le tribù della Gallia gli costa però la vita, in quanto il suo stesso popolo decide di boicottarlo e di giustiziarlo per evitare uno scontro con Roma.

Al contrario, il figlio Vercingetorige decide di stringere amicizia con Cesare unendosi alla cavalleria gallo-romana. Grazie a ciò, gli è permesso apprendere gli usi e costumi dei Romani, ma soprattutto le loro tattiche belliche. Si rende così conto che le numerose rivolte galliche vengono continuamente sedate a causa della mancanza di compattezza tra le tribù della Gallia, e ad un’estrema facilità da parte degli invasori romani nel rompere le loro alleanze. Così afferma ancora il già citato primo libro del De bello Gallico:” Questi (i popoli della Gallia Transalpina) si diversificano tutti fra di loro per lingua, leggi e istituzioni”.

Nello stesso anno, Cesare sconfigge Ariovisto a Mulhouse (in Alsazia) e gli Elvezi a Bibracte.

  • 57 a.C.

Cesare sconfigge i Belgi sul fiume Aisne. Nello stesso anno vengono sconfitti anche i Nervii e i Bellovaci.

  • 56 a.C.

Ribellione dei Veneti (appartenenti alla Gallia Cisalpina) a Morbihan (Bretagna). I Bretoni vengono ridotti in schiavitù.

  • 55 a.C.

Distruzione dei Germani, giunti in Gallia attraversando il fiume Reno, superando quindi il limite imposto loro dai Romani.

  • 54 a.C.

Rivolta e distruzione degli Eburoni.

  • 53 a.C. 

Ribellione dei Carnuti e dei Senoni, altri due popoli gallici. Una volta sedate anche queste due rivolte, Cesare torna nella Gallia Cisalpina, anche a causa di alcuni disordini scoppiati a Roma, ma decide di lasciare alcune sue truppe stanziate nella Gallia centrale.

  • GENNAIO-FEBBRAIO DEL 52 a.C.

Durante l’assenza di Cesare, in Gallia Transalpina sorgono nuove rivolte, soprattutto da parte delle tribù della regione centrale (famoso il massacro di Orléans, all’epoca Cenabum, da parte dei Carnuti verso alcuni mercanti e funzionari romani che erano giunti solo per ragioni commerciali).

Approfittando del clima politico favorevole, Vercingetorige decide di rompere l’alleanza coi Romani e di continuare l’operato del padre, ma trova l’opposizione di molti degli Arverni, compreso quella di suo zio paterno. Decide di porsi quindi alla testa delle tribù della Gergonia e, sfruttando l’eccezionale carisma che prima di lui possedeva anche Celtillo, fa in modo che altre popolazioni celtiche (tra cui Carnuti, Cadurci, Senoni, Turoni, ecc.) si uniscano alle sue milizie per liberare la Gallia dall’egemonia romana. Ben presto, nonostante le prime difficoltà e la severa disciplina imposta, la maggior parte della Gallia si unisce a Vercingetorige. Anche gli Arverni, che all’inizio lo avevano osteggiato, decidono di abbracciare la sua causa.

Saputo ciò, Cesare si vede costretto a tornare in Gallia, inizialmente a Narbo Martius (oggi Narbona, nella Gallia Narbonensis), riuscendo a precedere Vercingetorige, e soprattutto Lucterio, capo dei Cadurci, alleati con gli Arverni, che minaccia di attaccare quelle zone. Insieme a Cesare, vi sono truppe provenienti dalla Gallia Cisalpina e il luogotenente Tito Labieno.

Una volta difesa la provincia narbonense, Cesare inizia a incalzare le truppe di Vercingetorige, il quale, a conoscenza delle tattiche dell’esercito romano, evita lo scontro diretto e si lascia inseguire da sud verso nord; nel fare questo, decide di lasciare al suo passaggio solo terra bruciata, in modo da impedire l’approvvigionamento delle truppe romane, che sono solite stanziarsi nelle zone dove possono trovare rifornimenti. Il suo intento è quello di ridurre i Romani alla fame, costringendo i sopravvissuti a fare ritorno a Roma.

Tuttavia, questa risalita verso nord permette a Cesare di riunirsi alle sue truppe rimaste in Gallia centrale, aumentando così la sua forza.

  • PRIMAVERA DEL 52 a.C.

Cesare fa saccheggiare e incendiare Cenabum (oggi Orléans) in modo da vendicare Roma del massacro compiutosi qualche tempo prima. Distrugge inoltre la città di Avarico (oggi Bourges), che i Bitùrici avevano risparmiato dalle fiamme, dopo un lungo assedio conclusosi con una brillante vittoria dei Romani e un feroce massacro dei suoi abitanti.

Vercingetorige decide sempre di evitare lo scontro diretto con Cesare e intanto sconfigge i Boi, alleati degli Edui, nell’ assedio di Gorgobina. L’assedio si conclude tuttavia senza sostanziali vittorie sui Romani da parte di Vercingetorige, ma ha comunque l’effetto di rendere più numerosa la coalizione formatasi contro Cesare. Dopo poco anche gli Edui, ora capeggiati da Convictolitave e non più dal filo-romano Coto, sconfitto durante la guerra civile edua, decidono di schierarsi dalla parte di Vercingetorige.

Ribellione dei Parisi o Parisii (inizialmente facenti parte della coalizione edua e ora alleati di Vercingetorige) e dei Senoni. Labieno è costretto ad allontanarsi da Cesare per andare a ripristinare l’ordine nelle regioni ribelli. Cesare si dirige invece in Gergovia con 6 legioni.
  • ESTATE DEL 52 a.C.
Vercingetorige si fa inseguire da Cesare presso Clermont-Ferrand e gli infligge una sonora sconfitta nella battaglia di Gergovia, in cui vengono uccisi 46 centurioni e più di 700 legionari. Ritirata strategica di Cesare.
Vittoria di Labieno sui Parisi. Le truppe di Cesare si ricongiungono a quelle di Labieno e insieme reprimono la rivolta dei Senoni per poi marciare su Digione.

Vercingetorige si allea coi Segusiavi comandati da Eporedòrige. Cesare si trova nuovamente da solo.

Scontro tra le truppe di Labieno e i Bellovaci, dove il luogotenente romano, accerchiato a Lutezia, riesce ad aggirare l’esercito nemico e a ricongiungersi alle truppe di Cesare nella capitale Agendicum.

Cesare, solo contro la coalizione gallica assieme a Labieno, marcia verso sud per ricongiungersi agli alleati Lingoni nella Gallia Narbonensis, ma viene fermato da Vercingetorige. Ha così luogo la Battaglia di Digione, che si conclude con una sonora sconfitta dei Galli. Vercingetorige e l’esercito rimastogli fedele sono costretti a rifugiarsi ad Alesia, presso i Mandubi.

  • AUTUNNO DEL 52 a.C.

Cesare fa costruire accampamenti, fortificazioni e fossati attorno alla città di Alesia, già munita di una cinta muraria, per impedire l’uscita degli abitanti e delle truppe di Vercingetorige. Inizio dell’assedio di Alesia.

Scontri vari tra Cesare e le truppe galliche venute in soccorso di Vercingetorige. Vittoria romana in ciascuna delle occasioni.

Dopo 40 giorni di assedio, Vercingetorige è costretto alla resa e si consegna ai Romani. Cesare lo fa imprigionare ma decide di passare l’inverno in Gallia, prima di tornare  a Roma, per sedare le ultime rivolte.

  • 51 a.C.

Cesare sconfigge l’ultima coalizione gallica anti-romana (costituita dai Bitùrigi, dagli Eburoni, dai Pittoni e dai Cadurci) a Uxellodunum.

  • 50 a.C. 

La Gallia si sottomette pienamente a Cesare, che decide di tornare in patria portando con sé Vercingetorige in catene.

26 SETTEMBRE DEL 46 a.C. 

Vercingetorige viene giustiziato a Roma, presumibilmente per strangolamento.

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