BLAISE PASCAL

Nel XVII secolo, un importantissimo filosofo e matematico francese, Blaise Pascal (1623- 1662), si fece portavoce della filosofia secondo cui il pensiero costituisce la principale e più nobile attività umana. Tuttavia, quest’ultimo si trovò anche in forte polemica con il filosofo connazionale Cartesio poiché rigettante le sue teorie sul concetto di “Dio”.

Ritratto di Blaise Pascal. Immagine di pubblico dominio.

Secondo Pascal, è impossibile stabilire l’esistenza di Dio attraverso un metodo razionale, e il suo ruolo non può essere ridotto a semplice motore del mondo, come vorrebbe Cartesio. Bensì, per il filosofo, Dio svolge un ruolo attivo nell’esistenza di ciascun individuo e ne guida gli eventi.

Sempre secondo Pascal, la dignità dell’uomo, per natura fisicamente più debole e più fragile delle altre creature, si manifesta nella sua capacità di intelletto, e in questo consiste la sua forza e la sua grandezza all’interno del creato, ciò che gli conferisce un vantaggio (o potere) rispetto all’intero universo.

Nato a Clermont Ferrand, Pascal passò quasi tutta la vita a Parigi. Come Cartesio, si interessò anch’egli di studi scientifici, e in età molto precoce: Pascal fu infatti un enfant prodige, autore di trattati di acustica e di geometria già all’età di 11-12 anni. A 16 anni scrisse anche un trattato sulle coniche (circonferenza, parabola, ellisse e iperbole) e in seguito si occupò di risolvere con successo alcuni problemi che i matematici della sua epoca si ponevano sulla curva cicloide. Fu inoltre inventore della macchina aritmetica (machine arithmétique), antenata della calcolatrice. Da lui prende poi nome una delle unità di misura della pressione: il pascal (Pa).

E’ famoso soprattutto per avere apportato modifiche al gioco della “roulette”, inventata in Italia, secondo la tradizione. Pascal, esperto di coniche e inventore del Teorema di Pascal sulle coniche, trasformò questo gioco stabilendone le probabilità di vincita che vennero pubblicate nel suo capolavoro “Le proprietà cicliche delle combinazioni nel calcolo delle probabilità” del 1659, conosciuto anche come “Traité de la roulette”. I suoi studi contribuirono a rendere questo gioco d’azzardo popolare in Francia nel suo secolo e in quello successivo (vai anche alla pagina sul CASINO’).

Pascal aveva inoltre una profonda fede giansenista, ossia era un devoto di un movimento religioso che prende nome dall’olandese Cornelis Jansen (in italiano “Giansenio”), suo fondatore, il quale afferma che solamente la grazia divina, e non le opere dell’uomo, siano in grado di condurre quest’ultimo alla salvezza.

Fervente religioso, si racconta che nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1654 venne colto da un’estasi mistica che lo portò a ritirarsi nel monastero giansenista di Port Royal des Champs, dove risiedeva anche sua sorella.

Animato dal suo fervore religioso, scrisse l’ “Apologia della religione cristiana” (“Apologie de la religion chrétienne”), il cui intento era quello di convertire atei e agnostici e di portarli a credere in Dio, affermando che all’interno dell’uomo è presente un enigma dato dalla sua evidente debolezza e straordinaria grandezza, caratteristiche che convivono misteriosamente assieme in un unico essere; dal momento che, secondo Pascal, solo la dottrina cristiana può risolvere questo enigma umano, occorre mettersi nelle mani di Dio e diventare credenti, ossia – usando le parole stesse del filosofo – “scommettere” sull’esistenza di Dio. L’opera, tuttavia, è andata perduta, e pubblicata postuma nel 1669 solo in frammenti, riuniti sotto il nome di “Pensieri di Monsieur Pascal sulla religione” (Pensées de M. Pascal sur la réligion).

Di Pascal è nota infatti la famosa “scommessa” (pari) sull’esistenza di Dio: il filosofo afferma che, per il bene dell’uomo, conviene sempre scommettere sull’esistenza di Dio, sia che questi esista veramente oppure no: secondo i suoi scritti, i benefici che la credenza in Dio apporta all’anima donerebbero enormi vantaggi anche in caso di perdita della scommessa.

Da uno dei frammenti dell’opera:

“L’homme n’est qu’un roseau, le plus faible de la nature, mais c’est un roseau pensant. Il ne faut pas que l’univers entier s’arme pour l’écraser ; une vapeur, une goutte d’eau suffit pour le tuer. Mais quand l’univers l’écraserait, l’homme serait encore plus noble que ce qui le tue, puisqu’il sait qu’il meurt et l’avantage que l’univers a sur lui, l’univers n’en sait rien.

Toute notre dignité consiste donc dans la pensée. C’est de là qu’il nous faut relever et non de l’espace et de la durée que nous ne saurions remplir. Travaillons donc à bien penser : voilà le principe de la morale.”

Traduzione in italiano:

“L’uomo non è che un fuscello, il più debole della natura, ma è un fuscello pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per distruggerlo; un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quando l’universo lo distruggesse, l’uomo sarebbe ancora più nobile di colui che lo uccide, perché sa che muore e del vantaggio che l’universo ha su di lui, l’universo non ne sa niente.

Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. E’ su questo che bisogna contare e non dallo spazio e dalla durata che sapremmo riempire. Lavoriamo dunque per pensare bene: ecco il principio della morale.”

Se sei interessato alla filosofia, visita anche la pagina dedicata ai FILOSOFI TEDESCHI e al CIRCOLO DI VIENNA che trovi nel blog di grammatica e cultura tedesco-austriaca parliamotedesco.altervista.org/blog.

Non dimenticare di visitare anche la pagina su RENATO CARTESIO, un altro grande filosofo francese.

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