CARLO MARTELLO

Biografia di Carlo Martello, padre di Pipino il Breve e nonno di Carlo Magno, che fermò la conquista dell’intera Europa da parte degli Arabi e pose le basi per la nascita del feudalesimo.

(Scritto da Elisa Quaglia)

“La battaglia di Poitiers, nell’ottobre 732”, dipinto di Charles de Steuben (1834-1837). Immagine di pubblico dominio.

Carlo Martello (Charles Martel), nobile franco, nacque intorno al 686 d.C. da Pipino II di Heristal. 

Discendeva da Pipino I, detto anche “Il vecchio” o “Pipino di Landen“, fondatore della casata franca dei Pipinidi. I Pipinidi non erano sovrani, ma bensì maggiordomi di palazzo – o gran maestri di palazzo – vale a dire funzionari regi che godevano sia di potere politico che militare. Venivano infatti educati per servire il sovrano sia in tempo di pace che in tempo di guerra, e spesso lo sostituivano quando questi si assentava o non era in grado di gestire alcuni conflitti scoppiati nel territorio.

La figura del maggiordomo di palazzo era nata sotto la dinastia reale dei Merovingi, la casata reale in carica all’epoca di Carlo Martello. Si trattava della primissima dinastia di sovrani Franchi, che prendeva nome dal re Meroveo che regnò nel V secolo d.C.

Dopo la morte di uno dei suoi esponenti, Clodoveo I, nel 511, i discendenti di quest’ultimo decisero di spartirsi il regno dividendolo in altri regni più piccoli, che successivamente si compattarono in quattro: Austrasia, Burgundia, Neustria e Aquitania.

Ai tempi di Carlo Martello, ciascuno dei quattro regni era comandato da un proprio sovrano, ma gestito di fatto da un funzionario ciascuno – chiamato appunto maggiordomo di palazzo – il quale, soprattutto sotto Carlo stesso, divenne una figura talmente potente da essere persino più rispettata di quella del re.

Più precisamente, Carlo Martello fu maggiordomo di Austrasia a partire dal 716, di Burgundia a partire dal 717 e di Neustria dal 719. Fu poi nel 754 suo figlio Pipino III (detto Pipino il Breve), ultimo esponente della casata dei Pipinidi, a ottenere la corona facendo deporre Childerico III, ultimo re della dinastia franca dei Merovingi.

Tra le imprese più importanti di Carlo Martello vi fu la sconfitta dell’esercito saraceno nella battaglia di Poitiers, che ebbe luogo il 23 ottobre 732.

Col nome di “Saraceni” si intendevano gli Arabi che vivevano nelle colonie islamiche d’Europa. Dopo la morte di Maometto, il più grande profeta e capo politico islamico, era iniziato un periodo di grandi conquiste da parte della penisola araba, che si era espansa fino a raggiungere, nel 711, addirittura la Spagna, e nel 731 minacciava i confini sud della Francia.

Il duca d’Aquitania, Oddone I, subì una serie di sconfitte – la più famosa della quali sulla Garonna – che fecero procedere l’esercito saraceno ancora più a nord. Nel 732, quindi, Oddone chiese aiuto a Carlo Martello, famoso per le sue impressionanti abilità militari, onde liberarsi dall’invasione nemica. L’esercito del condottiero franco si scontrò con quello saraceno a Poitiers, oggi Nuova Aquitania, riportando una schiacciante vittoria che arrestò una volta per tutte l’avanzata degli Arabi verso nord. Il fatto che la battaglia ebbe luogo nel 732 determinò anche una vittoria morale: si trattava infatti di 100 anni esatti dalla morte del profeta islamico Maometto.

Grazie all’importante vittoria riportata, Carlo fu soprannominato “Martello“, dal nome del dio Marte, signore della guerra. In seguito, dal 737 al 741, la sua figura divenne talmente potente e rispettata da permettersi di esercitare il potere regale sedando diverse ribellioni scoppiate all’interno del regno, pur non venendo mai incoronato re.

Nel 739 corse in aiuto del papa Zaccaria per sconfiggere l’esercito longobardo, che aveva messo sotto assedio la città di Roma per potersene impadronire. Carlo Martello, non solo riuscì a ricacciare i Longobardi entro i propri confini, procurando loro una solenne sconfitta, ma sottrasse loro anche i ducati di Spoleto e di Benevento, che passarono alla giurisdizione del ducato di Roma.

Durante il governo di Carlo, ebbe inizio la pratica di donare appezzamenti di terra (feudi) ai paladini più illustri, facenti parte del suo esercito. Da questa pratica ebbe inizio il feudalesimo, ossia il periodo storico in cui era consuetudine da parte del sovrano (o di un nobile) donare alcune terre ad altri nobili per stabilirvi un’alleanza permanente ed ottenere così la loro protezione in tempo di guerra.

Carlo Martello morì di morte naturale a Parigi, l’ 11 novembre 741.

Gli successe il figlio Pipino III (detto “Il breve”), che fu dapprima maggiordomo di palazzo dei due regni di Austrasia e Neustria, e poi re dei Franchi. Dopo la deposizione di Childerico III, ultimo sovrano della dinastia dei Merovingi, subentrò infatti la dinastia dei Carolingi (Carolingiens), che prende nome dal suo esponente più importante: Carlo Magno, figlio di Pipino il Breve. La dinastia dei Merovingi, che pure era stata rappresentata da illustri esponenti, iniziò a essere ricordata come quella dei “re fannulloni” (rois fainéants), per giustificare la perdita di effettivo potere che aveva permesso a una nuova dinastia di subentrare.

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