IL CICLO BRETONE

Pagina introduttiva sul ciclo bretone della Chanson de Geste, principale genere letterario a contenuto epico narrato dai Trovieri francesi del XII secolo.

La leggenda di Re Artù (in inglese King Arthur e in francese Roi Arthur) è un mito estremamente popolare, ambientato all’epoca in cui la Gran Bretagna era ancora dedita ai culti pagani.

Illustrazione di Rer Artù e della Tavola Rotonda di Camelot, tratta dal libro di John Hardyng “Chronicle of England” del 1463. Immagine di pubblico dominio.

Questa bellissima favola prende vita all’epoca in cui l’odierna Inghilterra era abitata dai Britanni, popolo a cui apparteneva lo stesso Re Artù (V secolo d.C. circa). I Britanni erano un’antica popolazione celtica che nell’ VIII secolo a.C. aveva colonizzato la Gran Bretagna e l’Irlanda, spodestando il leggendario popolo preistorico dei Túatha Dé Danann. Quando poi la Gran Bretagna venne conquistata dai Romani sotto l’imperatore Claudio (I secolo d.C.), vi vennero fondate molte importanti città come Londinium, l’odierna Londra.

Nonostante il loro insediamento, il popolo dei Britanni rimaneva diviso in molte tribù, e fu proprio questa frammentazione interna a permettere ai Romani di governare indisturbati l’isola per ben quattro secoli.

Antica illustrazione dei Túatha Dé Danann, tratta dal sito Immagineperduta.it.

I Britanni si riunificarono solo nel V secolo d.C., ma poco più tardi vennero sconfitti dai Sassoni che dalla Germania si insediarono stabilmente nel loro territorio, determinando la nascita degli Anglosassoni dalla loro fusione con la popolazione degli Angli, anch’essi di origine germanica.

La conquista sassone determinò inoltre la definitiva conversione del Paese (in parte ancora dedito ai culti pagani) al cristianesimo (V -VI secolo d.C.). E’ proprio all’interno di questo panorama storico che la favola di Re Artù e del suo consigliere Merlino prende vita: come tutte le favole patrimonio dei popoli di ogni tempo e paese, vuole descrivere in maniera allegorica gli eventi che portarono a un cambiamento permanente all’interno di una cultura, non solo a livello politico ma anche a livello religioso.

Artù, rappresentato come il sovrano ideale, guidato dalla sapienza e da ideali di giustizia e uguaglianza, è il re cristiano sotto il quale, nella tradizione, i Britanni vengono finalmente riunificati. Egli viene posto allegoricamente a capo della città perfetta, quella utopistica di “Camelot”, protetta dai suoi paladini senza macchia e senza paura ed anch’essi tutti cristiani: i Cavalieri della Tavola Rotonda, 12 proprio come gli Apostoli.

Eppure, anche all’interno di un regno apparentemente perfetto, non tutto è così idilliaco come sembra, ed è questo che determina la distruzione irreversibile del sogno di Re Artù.

I cavalieri della Tavola Rotonda, con al centro il Sacro Graal e Sir Galahad seduto al posto d’onore. Dipinto di Évrard d’Espinques del 1475. Immagine di pubblico dominio.

La leggenda è molto conosciuta ed amata in tutto il mondo. Tuttavia, non molti sanno che questa storia, benché abbia origini anglo-gallesi, è divenuta popolare soprattutto attraverso i testi francesi: è stato infatti attraverso i poemi dei Trovieri della Francia del nord, e in particolare attraverso i racconti sulla “materia di Britannia” della Chanson de Geste, meglio conosciuti come “ciclo arturiano” o “ciclo bretone”, che il mito si è diffuso a livello internazionale. L’origine francese della storia, così come è conosciuta oggigiorno, è deducibile dal nome “francofono” dei suoi protagonisti: Lancillotto, Ginevra, Merlino, Bors, e persino la città di Camelot hanno un suono riconducibile al francese.

La storia di Re Artù parte da quella di Merlino, suo precettore e fidato consigliere. La prima parte del ciclo bretone ha infatti Merlino come protagonista, cioè un mago legato ad alcune figure pagane come la fata Morgana e la Dama del Lago; la seconda parte del mito si sposta invece su Artù e sui suoi cavalieri, che vanno in cerca del Sacro Graal come simbolo della conversione della Gran Bretagna dal paganesimo al cristianesimo. Il ritrovamento del Sacro Graal da parte dei cavalieri rappresenta per Artù la consacrazione divina del regno di Camelot, considerato appunto il regno perfetto; consacrazione che, come insegna la leggenda, non avverrà (vai alla pagina su RE ARTU’ per saperne di più sull’argomento).

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