LA CROCIATA CONTRO GLI ALBIGESI

Storia del più sanguinoso genocidio avvenuto durante il Medioevo: la Crociata contro gli Albigesi, il primo conflitto della storia che vide schierati l’un contro l’altro dei cristiani, il quale portò alla distruzione del sud della Francia e alla nascita del francese moderno.

Per saperne di più sulle CROCIATE in generale, si vada all’appendice dedicata all’argomento.

  • PREMESSE: I CATARI 

Tra il 1170 e il 1255, in Europa si svilupparono alcune comunità (o sette) cristiane aderenti a una fede diversa dal Cattolicesimo. I fedeli appartenenti a queste comunità si definivano “Càtari”, dal greco antico καθαρός che significa «puro», poiché la loro dottrina esaltava il raggiungimento della purezza estrema mediante un totale distacco dalla materia e dalle necessità del corpo.

Basandosi in maniera rigida su alcuni passi delle Scritture, i Càtari (in francese Cathares) vedevano tutto il mondo materiale come la creazione del demonio, così come Dio era creatore del mondo spirituale. Perciò, rigettavano tutto ciò che avesse a che fare con la materia, credendo nella netta separazione tra l’anima e il corpo, la prima considerata opera e immagine di Dio, il secondo opera e immagine del diavolo.

Per non perdere la propria anima, i Catari vedevano necessario abbandonare completamente tutto ciò che era considerato opera del demonio (e dunque la materia e l’accumulo di beni materiali) per seguire invece la via della totale spiritualità e diventare così dei “puri”. Solo in questo modo si poteva fare la volontà di Dio ed essere ammessi nel Regno dello spirito, l’unico mondo giusto che esiste.

Dipinto di Pedro Berrugete del 1493 raffigurante una disputa tra san Domenico (Domenico di Guzmán) e i Catari, durante la quale i libri di entrambe le fazioni vengono bruciati, ma quelli di san Domenico resistono miracolosamente alle fiamme.

A causa di queste loro convinzioni, i Catari rifiutavano di uccidere per nutrirsi, di mangiare cibi animali e di sposarsi. Alcuni arrivavano addirittura a lasciarsi morire di fame per non dare soddisfazioni al corpo, che veniva chiamato “prigione dello spirito” [1]. L’esasperazione di ciò li portava anche a rigettare il dogma cristiano secondo cui Gesù aveva un corpo mortale e venne asceso al Cielo anima e corpo: per i Càtari, infatti, Gesù aveva un corpo materiale solo in apparenza, mentre in realtà si trattava di una sorta di angelo (“ione”) con sembianze umane, cosa che veniva creduta anche a proposito della Madonna.

A differenza dei cattolici dell’epoca, i Càtari credevano anche nella totale uguaglianza tra uomini e donne e leggevano le Sacre Scritture in lingua d’oc (vai alla pagina su TROVATORI E TROVIERI per sapere di cosa si tratta) anziché in latino. Inoltre rifiutavano il battesimo e l’eucaristia, poiché questi due sacramenti comportano atti materiali (bagnarsi con l’acqua e mangiare l’ostia).

I Catari vivevano in stato di totale povertà chiedendo l’elemosina, al fine di non essere tentati di accumulare beni materiali (molti di loro vivevano addirittura ad uno stato primordiale, tranne pochi meno radicali). Poiché la loro dottrina assomigliava in questo a quella pàtara o patarina (dal greco pathos, cioè “patimento, sofferenza”) che era sorta a Milano nel 1045, e per l’assonanza tra i due termini, i nomi “càtaro” e “pàtaro” venivano spesso confusi tra loro.

Date le rigide imposizioni della loro fede, solo alcuni Catari più osservanti riuscivano a seguirne alla lettera i dettami. Questi venivano chiamati “perfetti”, mentre gli altri, ancora legati in qualche modo alla materia, erano chiamati “Buoni Uomini” o “Buoni cristiani”, ossia discepoli che sarebbero diventati perfetti solo attraverso un lungo cammino di fede [2].

  • STANZIAMENTO IN FRANCIA E ORIGINE DEL NOME “ALBIGESI”

E’ credenza comune che i primi Catari nacquero all’interno dell’Impero bizantino nel XII secolo e solo successivamente si stanziarono a ovest dopo aver avuto contatti con i primi Crociati. Tuttavia, già nel III secolo d.C. – e quindi in epoca molto precedente – erano sorti in Oriente piccoli gruppi di fedeli, seguaci dell’antipapa Novaziano (i Novazianisti), che si facevano chiamare “i puri”. Non è certo però se l’origine orientale dei Catari fosse solo una credenza erronea del XIII secolo,  dovuta alle somiglianze tra il Catarismo e il Manicheismo [3] .

Alcune comunità di Catari si formarono alla fine del XII secolo in diverse zone d’Europa (tra cui Italia e Bulgaria, tant’è vero che venivano chiamati anche “bulgari“). In Francia si stanziarono in Occitania, e precisamente attorno alla città di Albi, nel dipartimento del Tarn. Qui si trovava un’importante diocesi càtara, come pure nelle città di Carcassonne e Agen (vai alla pagina sulla LINGUADOCA per avere informazioni su queste città). Per tale ragione, i francesi cattolici iniziarono a chiamare i càtari anche “Albigesi” (Albigeoises).

Col termine “Albigesi” si intendevano non solo i Catari veri e propri, ma anche coloro che offrivano sostegno e protezione alla setta.

Altre zone dell’Occitania in cui prese piede il movimento furono il capoluogo di Tolosa e la Linguadoca.

Principali città catare in Occitania.
  • LA CROCIATA

Inizialmente, il papa cercò di contenere il movimento càtaro attraverso tentativi di riforma della Chiesa cattolica e grandi opere di conversione (si ricordano i tentativi di predicazione di San Domenico di GuzmánPierre de Castelnau, detto anche “Pietro di Castelnuovo”, a partire dal 1204). Tuttavia, l’attaccamento dell’alto clero ai beni materiali e i numerosi scandali in cui si trovava regolarmente coinvolto fecero sì che sempre più fedeli si distaccassero dalla Chiesa di Roma per abbracciare il Catarismo. All’inizio del XIII secolo il movimento, considerato eretico dal cattolicesimo, si era talmente esteso, dalle Alpi francesi ai Pirenei, da creare in Francia due poli distinti: il nord cattolico e il sud cataro.

Venne successivamente stabilita dal papato l’espulsione e la confisca di tutti i beni dei nobili che avevano aderito al movimento o che si fossero dimostrati simpatizzanti. In particolare il conte di Tolosa, Raimondo VI, che si era dimostrato a lungo tollerante verso la setta, venne costretto dal legato papale Pierre de Castelnau ad aderire nel 1207 a una lega contro quella che veniva chiamata “eresia catara”. Dopo l’assassinio del legato nel 1208, di cui furono incolpati i Catari di Tolosa, sospettati di aver agito su ordine del conte, Raimondo VI venne definitivamente scomunicato.

Papa Innocenzo III.

Tutto questo, però, non bastò a reprimere l’eresia. Così nel 1209, non riuscendo a fermare l’aumento esponenziale di fedeli càtari nella Francia meridionale, papa Innocenzo III (famoso, tra l’altro, per essere il tutore dell’imperatore Federico II di Svevia) indisse una famosa crociata conosciuta col nome di “Crociata Albigese”“Crociata contro gli Albigesi”, la quale costituì all’epoca un evento storico unico al mondo poiché portò per la prima volta dei cristiani a combattere contro altri cristiani, dando quindi un nuovo significato alla parola “crociata“.

Come in occasione di una crociata in Terra Santa, furono promesse diverse indulgenze a chi avesse combattuto contro l’eresia càtara, nonché la sicurezza del Paradiso, cosa che spinse molti condottieri a unirsi all’esercito del papa [4].

La maggior parte dei soldati cattolici arruolati, guidati da Arnaud Amaury, provenivano dalla Francia del nord, e nel 1215 si unì a loro anche il principe ereditario (futuro Luigi VIII di Francia), figlio del re Filippo Augusto. Quest’ultimo, nonostante l’iniziale noncuranza per l’eresia càtara, in un secondo tempo vide nella crociata un modo per espandere la propria influenza e soprattutto i propri domini [3].

Anche Raimondo VI di Tolosa si unì all’esercito cattolico nel tentativo di far revocare la sua scomunica, ma il suo rifiuto nel consegnare ad Amaury e al suo capitano, Simone di Montfort, alcuni albigesi nell’inverno del 1209 gli fece perdere definitivamente anche il titolo di conte e le terre nel 1215, quando la contea di Tolosa venne assegnata a suo figlio Raimondo VII dal Concilio Lateranense IV.

Pietro II d’Aragona, accorso in difesa del conte dopo gli eventi del 1209, con questo suo gesto si inimico’ l’esercito cattolico e morì nella battaglia di Muret nel 1213, combattendo contro Simone di Monfort.

Miniatura del XIV secolo raffigurante la battaglia di Muret.

La Crociata contro gli Albigesi ebbe luogo in Occitania dal 1209 al 1229, ma alcuni scontri continuarono fino al 1244, anno in cui crollò la roccaforte càtara di Montségur, nella stessa regione. Durante quegli anni, si compì quello che gli storici definiscono come un vero e proprio genocidio contro i francesi catari e i loro sostenitori [5]. L’evento più sanguinario di tutti fu il massacro di Béziers del 21 luglio 1209, durante il quale venne pronunciata dal comandante Arnaud Amaury la frase storica “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi ” per alludere al fatto che i soldati avrebbero dovuto uccidere indistintamente tutti i cittadini, sia catari che cattolici (molti dei cattolici erano altri soldati che si erano mescolati agli abitanti qualche giorno prima per espugnare la città). Il fatto avvenne il giorno precedente la ricorrenza di santa Maria Maddalena (22 luglio), a cui l’Occitania è per tradizione molto devota.

Alla distruzione di Béziers, durante la quale furono uccisi circa 10.000 abitanti [3], seguì l’assedio di Carcassone, che iniziò il 1° agosto e terminò il 15 agosto del 1209. In quell’occasione, i cittadini vennero risparmiati ma, secondo la leggenda, furono obbligati a lasciare la città completamente nudi [6].

“I Catari espulsi da Carcassonne”, Bottega di Maestro di Boucicaut – Grandes Chroniques de France, BL Cotton MS Nero E II (1415).

In breve tempo vennero piegate anche molte altre città, tra cui Tolosa, Montréal, Limoux, Castelnaudary e la stessa Albi, sebbene nessuna di loro venne completamente rasa al suolo come Béziers. Alcune di queste città, tra cui Tolosa, vennero tuttavia riconquistate dagli Albigesi durante la rivolta occitana che scoppiò dal 1215 al 1225, fomentata dallo spodestato Raimondo VI.

Il conflitto ebbe una tregua solo a partire dal 1223, anno in cui morì Filippo Augusto di Francia (ovvero Filippo II). Una volta salito al trono il figlio Luigi VIII, tutte le ostilità si riaccesero all’inizio del 1226 e le città che erano state riconquistate dagli Albigesi vennero piegate e soggiogate nuovamente dalla Francia.

Luigi VIII regnò per soli tre anni, infatti morì prematuramente nel novembre del 1226 lasciando il trono al figlio ancora minorenne Luigi IX, detto “il santo” poiché canonizzato nel 1297. Egli continuò inizialmente la crociata avviata dai suoi predecessori, la quale condusse all’assedio di Tolosa del 1228; tuttavia, l’anno successivo si premurò anche, assieme alla madre Bianca di Castiglia (nipote di Eleonora d’Aquitania), di porre fine al terribile conflitto concedendo a Raimondo VII “Il giovane”, figlio di Raimondo VI che nel frattempo era morto, la contea di Tolosa e il marchesato di Provenza. Tutte le altre terre sottomesse dall’esercito francese furono invece annesse ai domini capetingi attraverso il trattato di Parigi (o trattato di Meaux) del 12 aprile 1229, cosicché Luigi IX poté espandere il proprio dominio nella Francia meridionale come aveva sognato suo nonno Filippo Augusto. Il tutto venne sancito attraverso il fidanzamento tra uno dei numerosi fratelli di Luigi, Alfonso di Poitiers, e Giovanna di Tolosa, unica figlia di Raimondo VII, che si sposarono poi nel 1241.

Luigi IX di Francia (San Luigi dei Francesi).

Dopo il 1229, anno in cui la crociata ebbe ufficialmente fine grazie all’intervento del nuovo re di Francia e della regina madre (che deteneva la reggenza fino alla maggiore età del figlio), vi furono altri tentativi di riconquista delle città occitane da parte dei nobili della Francia meridionale, ma nessuno di questi andò a buon fine. Dal 1244, anno in cui crollò Montségur, ultima città càtara, papa Gregorio IX istituì a Tolosa l’Inquisizione, per essere sicuro che il movimento venisse eradicato per sempre.

Nel 1255 tutti i càtari francesi erano stati distrutti, mentre in Italia il movimento scomparve per sempre nel 1277, quando vennero messi al rogo a Verona alcuni dei suoi vescovi.

Gli sconvolgimenti del sud della Francia che avvennero a causa della crociata determinarono l’estinzione dei poeti medievali chiamati Trovatori, sia perché molti di essi erano Catari, sia perché la sottomissione del sud da parte della Francia del nord determinò l’affermazione della lingua d’oïl dei Trovieri sulla lingua d’oc, cosa che portò alla nascita del francese moderno.

(Scritto da Elisa Quaglia)

Note bibliografiche:

[1] Sito “ConsulPress – agenzia di informazione e approfondimento su tematiche professionali, politiche, imprenditoriali, ecomomiche e culturali”. URL pagina: https://www.consulpress.eu/catari-a-quasi-700-anni-da-montesgur-ce-chi-si-definisce-ancora-un-cataro/.

[2] Sito di Wikipedia in italiano. URL pagina: https://it.wikipedia.org/wiki/Catarismo.

[3] Video “I Catari” caricato su YouTube da dangelosante.info e reperibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=j0kI0aeYHww&t=354s

[4] Video “Lineage – Episodio 9 – Il massacro degli Albigesi – 4K” caricato su YouTube da Lightchannelitalia e reperibile all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=kRqBoI5X7LU&t=29s.

[5] Raphael Lemkin (2012). Steven Leonard Jacobs, ed. Lemkin on Genocide. Lexington Books. p. 71.

[6] Dal sito di Wikipedia in italiano. URL pagina: https://it.wikipedia.org/wiki/Crociata_albigese.

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