ÉMILE ZOLA

Émile Zola (1840-1904) è stato il principale scrittore francese del movimento letterario chiamato Naturalismo. 

Foto di Émile Zola.

Figlio di un ingegnere italiano deceduto prematuramente [1], seguì la madre a Parigi, dove lavorò inizialmente presso la casa editrice Hachette [1], per poi dedicarsi con successo al giornalismo.

La carriera giornalistica di Zola fu molto intensa: nel 1866 pubblicò il libro “I miei odi” (Mes haines) in difesa del pittore pre-impressionista Édouard Manet, criticatissimo per lo scandaloso quadro “Colazione sull’erba”(Le Déjeuner sur l’herbe) del 1863. Nel 1898, poi, Zola pubblicò anche il famosissimo editoriale “J’accuse…!” (“Io accuso”) sul giornale “L’Aurore”, in difesa dell’ufficiale Alfred Dreyfus che pochi anni prima era stato ingiustamente accusato di tradimento per ragioni antisemite.

“Colazione sull’erba” di Édouard Manet.

Il giornalismo venne sempre visto da Zola come un modo per esprimere le sue idee e far sentire la propria voce, libero da qualunque tipo di censura, ma le sue convinzioni socialiste [2], e in particolare la pubblicazione del “J’accuse…!” indirizzato nientemeno che al presidente della Repubblica Félix Faure, lo costrinsero all’esilio in Inghilterra, da cui poté tornare nel 1900 grazie a un’amnistia.

Nel 1867 Zola pubblicò una delle sue prime opere, “Thérèse Raquin”, dove viene narrato per la prima volta, e senza pudore, della grandissima corruzione presente in alcuni membri del proletariato descrivendo la storia di due giovani amanti complici di omicidio; ma la principale ambizione dell’autore era quella di poter scrivere una serie di romanzi in cui veniva ripercorso l’albero genealogico di un’unica famiglia attraverso più generazioni, per mostrare come la genetica possa influire sulle scelte della vita, come porti ad avere gli stessi determinati caratteri e comportamenti meschini anche in situazioni molto diverse rispetto a quelle che gli antenati si trovano a vivere. Insomma con Zola nasce quello che viene chiamato “Romanzo sperimentale“. Per riuscire in questo suo intento, nel 1870 iniziò a scrivere il primo di questi romanzi, “La fortuna di Rougon” (La fortune de Rougon), seguito da altre numerose opere tra cui “La cuccagna” (La Curée) del 1872, “L’ammazzatoio” (L’assomoir) del 1877, “Il sogno” (Le rêve) e “Nanà” del 1880, e infine “Il dottor Pascal” (Le docteur Pascal) del 1893. In quest’ultimo romanzo vengono tratte le conclusioni scientifiche di quanto mostrato negli altri, dopo aver seguito le vicende di circa cinque generazioni della stessa famiglia.

Tutti i romanzi, infatti, narrano le vicende dei membri di una famiglia unica, e precisamente la famiglia Rougon-Macquart. L’intento di Zola non è solo quello di descrivere la corruzione che regna insospettabilmente all’interno della società perbenista di fine Ottocento, come in “Thérèse Raquin“,  ma si vuole fare un passo avanti, mostrando l’influenza dell’ereditarietà su tali comportamenti; in più, vuole anche descrivere la realtà della sua epoca dal punto di vista del cittadino comune, e soprattutto dell’operaio (ouvrier), che all’epoca ricopriva spesso il ruolo di vittima di scelte politiche e sociali sbagliate. Per fare questo, lo scrittore tiene in maniera particolare a mantenere una narrazione priva di ipocrisie, senza curarsi di scandalizzare l’opinione del lettore, non abituato a una simile schiettezza narrativa. Così facendo, con i suoi romanzi Zola pose le basi del movimento Naturalista.

In “La cuccagna” viene descritto il mondo senza scrupoli degli affaristi, e in particolare quello della speculazione immobiliare, attraverso le vicende di Aristide Rougon, detto “Saccard”, un uomo pronto a qualsiasi genere di azione pur di fare carriera. Il suo universo è fatto di persone ossessionate dai soldi e dal potere, nonché dal desiderio di occupare posti di rilievo nella società. Saccard, divenuto ricco attraverso la sua professione, sposa Renée Béraud Du Châtel unicamente per interessi. Questa, altrettanto corrotta come lui, intreccia una relazione con il figliastro Maxime, cosa che Saccard accetta per convenienza e per ottenere altri favori dalla famiglia della moglie. I personaggi del romanzo sono volutamente descritti come immorali, privi di qualsiasi scrupolo e animati solo dall’interesse e dall’avidità, onde fornire al lettore un panorama veritiero della società capitalista ottocentesca.

In “L’ammazzatoio” vengono narrate le vicende di Gervaise Macquart, un membro della famiglia Rougon. Gervaise è una donna sola, una lavandaia che si trova a vivere anch’essa in un mondo di grandissima corruzione, ma in uno stato di totale miseria. Il nome dell’opera deriva dal cabaret del quartiere Goutte d’Or di Parigi dove la classe operaia si trova a passare le sue serate.

L’opera suscitò immediatamente un grande scandalo all’interno della società, e fu vista come una sorta di provocazione; ma era intenzione dell’autore, in quest’opera ancora più che nelle precedenti, descrivere con grande minuziosità e senza alcun tipo di edulcorazione la vita del popolo francese, e soprattutto delle classi sociali meno abbienti.

Nel romanzo “Germinale” (Germinal) del 1885 vengono invece descritte le vicende del minatore Étienne, figlio di Gervaise Macquart. Quest’opera è considerata il capolavoro di Zola, in quanto viene descritta con molta veemenza la realtà operaia di fine Ottocento, e il conflitto tra la classe proletaria e quella capitalista durante la seconda rivoluzione industriale. Il significato del titolo viene compreso solo alla fine del romanzo, quando Zola paragona i minatori a dei germogli che crescono, esprimendo quindi la speranza di attuazione della rivoluzione proletaria.

Un altro romanzo molto famoso appartenente al ciclo Rougon-Macquart è “La bestia umana” (La bête humaine) del 1890, nel quale vengono narrate le vicende di Jacques Lantier, ferroviere affetto da una tara mentale che lo spinge all’omicidio e a comportamenti che lo riducono quasi allo stato di una bestia.

Zola morì per un incidente domestico dovuto all’inalazione di monossido di carbonio. La sua salma riposa oggi nel Panthéon di Parigi.

Note bibliografiche:

[1] “Littérature et civilitation français” di G.F. Bonini e M-C. Jamet sous la direction de G. Freddi, Valmartina, 1994, Torino, volume 2, pag. 116.

[2] http://www.artspecialday.com/9art/2016/04/02/emile-zola-limpegno-politico-e-il-romanzo-sperimentale.

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