I BAFFI E IL BASCO

Uno degli stereotipi che vengono spesso attribuiti ai francesi, ormai da quasi un secolo, è il fatto di portare dei vezzosi baffi (moustaches) arricciati all’insù e un tipo di cappello appiattito sulla testa chiamato “basco” (béret basque).

 Nell’immaginario comune, infatti, l’uomo francese viene sempre rappresentato con un bel paio di baffetti neri che ricordano Hercule Poirot, personaggio inventato dalla giallista inglese Agatha Christie e che, tuttavia, è di nazionalità belga e non francese.

Assieme ai baffi, è credenza che il francese giri anche con un basco sulla testa (a volte nero, a volte colorato) che ricorda i pittori d’altri tempi, una maglietta a maniche lunghe con le righe bianche e blu, un foulard al collo e una baguette sotto il braccio (vai anche alla pagina dedicata agli STEREOTIPI SUI FRANCESI per saperne di più).

Disegno di francesefacile.altervista.org/blog.

Questa credenza è molto strana, visto che non solo nessun francese gira così al giorno d’oggi, ma mai nella storia di Francia si ha avuto questo tipo di look che viene invece attribuito al cittadino medio. Ma esiste una ragione razionale per una simile credenza? La risposta è sì.

Il foulard non è un’invenzione francese (vai alla pagina dedicata alle INVENZIONI ERRONEAMENTE ATTRIBUITE ALLA FRANCIA), ma viene ancora oggi fabbricato nelle Antille, dove sono presenti alcuni territori d’oltremare (TOM) francesi (es. Martinica). Questo ha ispirato la popolare canzone settecentesca “Adieu foulards, adieu madras” attribuita a François Claude de Bouillé, ma secondo alcuni di origine creola. Ecco la ragione del perché il foulard viene spesso attribuito alla Francia.

La maglietta a righe strette bianche e blu è invece la famosa marinière portata dai marinai della Marina nazionale francese, ancora oggi come nel Seicento. I suoi due colori furono scelti perché servissero a distinguere meglio gli uomini che cadevano in mare durante le tempeste, e oggi questo capo d’abbigliamento costituisce un simbolo della Francia. La baguette, poi, completa il quadro perché si tratta del più famoso tipo di PANE FRANCESE.

Più difficile è invece spiegare il perché dello stereotipo sui baffetti e sul basco.

Il motivo per cui i baffi vengono spesso attribuiti ai francesi è forse dovuto a ragioni storiche, e principalmente a due periodi della storia francese: il I secolo a.C., quando l’attuale Francia era chiamata “Gallia”, e il Seicento, quando andava di moda portare baffi e pizzo (e a volte solamente i baffi) da parte di tutti i gentiluomini.

I Galli, popolo celtico da cui gli odierni francesi discendono, erano soliti portare i baffi sin dall’adolescenza, mentre la barba – che invece era più in voga presso i popoli germanici e scandinavi – veniva completamente tagliata. Nelle raffigurazioni ufficiali, così viene rappresentato Vercingetorige, condottiero che combatté la Guerra Gallica contro Giulio Cesare tra il 58 e il 51 a.C., e allo stesso modo viene rappresentato Brenno, re dei Galli Senoni che nel 390 a.C. fece saccheggiare Roma.

Statua di Vercingetorige ( a sinistra) e dipinto di Brenno ( a destra).

Un bel paio di baffi biondi sono portati anche da Asterix (in francese: Astérix), il Gallo protagonista del famosissimo fumetto francese “Astérix le Gaulois” di René Goscinny e Albert Uderzo, come da tutti gli uomini del suo villaggio di Gallia (in primis il suo migliore amico Obelix). Tutti questi elementi inducono a pensare che la moda tra i Galli fosse proprio questa, e che non si tratti solamente di stereotipi storici.

Asterix il Gallo. Copyright (c) Les Editions Albert René/ Goscinny-Uderzo.

Dopo la conquista della Gallia da parte dei Franchi, popolo di origine germanica, al posto dei baffi si iniziò a portare la barba come andava di moda nei Paesi di lingua tedesca. Unico monarca a portare solamente i baffi, secondo la moda gallica, fu Carlo il Calvo nel IX secolo, uno degli ultimi imperatori franchi del Sacro Romano Impero.

Carlo il Calvo.

Nei secoli successivi, fino alla fine del Medioevo, la moda della barba sparì del tutto, per essere poi ripristinata nel Cinquecento: già agli inizi del secolo, il re Francesco I veniva rappresentato con una folta barba nera, moda che sarà proseguita anche da suo figlio Enrico II e da suo nipote Carlo IX. Nella seconda metà del Cinquecento, il re Enrico III, assieme a letterati come Michel de Montaigne (1533-1592) e Pierre de Ronsard (1524 – 1585), verranno invece rappresentati con baffi e pizzo.

Francesco I.

Ma fu soprattutto nel XVII secolo che i baffi tornarono di moda all’interno della popolazione francese: nella prima metà del Seicento, infatti, era in voga l’usanza di portare, assieme ai capelli di media lunghezza, i baffi e il pizzo di origine cinquecentesca come li portavano anche il re Luigi XIII e il suo consigliere, il cardinale Richelieu.

Luigi XIII e il cardinale Richelieu.

Questa moda seicentesca è divenuta famosa soprattutto attraverso il romanzo di Alexandre Dumas padre, “I tre moschettieri” (Les trois mousquetaires), pubblicato nel 1844 e ambientato nella Francia della prima metà del Seicento: attraverso le illustrazioni del libro, nell’immaginario collettivo sia i moschettieri che il protagonista D’Artagnan vengono rappresentati coi baffi ed il pizzo, com’era di moda a quell’epoca, e non solamente in Francia; anche il duca di Buckingham (1592 – 1628) – peraltro personaggio dello stesso romanzo – portava baffi e pizzo, come pure il pittore olandese Rembrandt (1606 – 1669), il pittore italiano Caravaggio (1571 – 1610) e persino i drammaturghi inglesi William Shakespeare (1564 – 1616) e Christopher Marlowe (1564 – 1593), questi ultimi già nel Cinquecento.

William Shakespeare (a sinistra) e Christopher Marlowe (a destra).

Vezzosi baffetti senza il pizzo, molto simili a quelli attribuiti oggi all’uomo francese medio, venivano portati nella seconda metà del Seicento, come testimoniano i ritratti giovanili di Luigi XIV (il Re Sole) e del suo ministro delle finanze Jean Baptiste-Colbert, o dei commediografi di corte Molière e Corneille.

Jean-Baptiste Colbert.

Dal momento che a quell’epoca il Re Sole inventò diverse mode (la più famosa delle quali, quella della parrucca), proponendo a tutta Europa una nuova immagine della Francia, è probabile che lo stereotipo dei baffetti con cui vengono rappresentate le caricature di francese derivino da questo personaggio storico più che da altri.

Oppure, la figura “colpevole” potrebbe essere, con una certa probabilità, quella del presidente Charles de Gaulle (1890 – 1970), eroe francese della Seconda Guerra Mondiale che negli anni ’40 portava dei baffetti molto corti. L’icona di Charles de Gaulle ha ispirato moltissimo le caricature del tipico ufficiale francese del Novecento: alto, con i baffetti e il cappello di forma quadrata portato anche dalla gendarmeria francese (il képi).

Charles de Gaulle.

Non bisogna dimenticare, però, che molti altri francesi importanti hanno portato i baffi, nel Novecento come nell’Ottocento: Napoleone III, Patrice de Mac-Mahon, Philippe Pétain, Albert LebrunGustave Flaubert, Guillaume Apollinaire, Marcel Proust, Théophile Gautier, Honoré de Balzac, Alexandre Dumas figlio, Stéphane Mallarmé, Guy de Maupassant e tanti ancora. Ma questa moda era comune in tutto l’Ottocento e nei primi del Novecento, non solo in Francia: eleganti baffoni furono portati anche da tre re d’Italia (Vittorio Emanuele II, Umberto I e Vittorio Emanuele III), dal Cancelliere tedesco Otto von Bismarck e dal kaiser Guglielmo II.

E’ probabile, quindi, che in parte lo stereotipo dei baffetti alla francese sia dovuto ad alcuni personaggi storici, ma che dall’altra parte rifletta all’estero semplicemente il carattere romantico e frou-frou dei francesi, senza alcuna ragione storica.

Il basco, invece, è divenuto famoso in Francia grazie agli artisti di Parigi che nell’Ottocento e nel Novecento erano soliti portarlo come simbolo di arte, libertà ed eleganza.

 Questo copricapo basso, di tela, privo di falde e visiera, venne creato originariamente nei Paesi Baschi, una comunità autonoma della Spagna. La lingua locale, tuttavia – il basco –  viene parlata anche nella Francia meridionale, sui Pirenei, dove si trovano le regioni settentrionali dei Paesi Baschi (vai anche alla pagina sulla GUASCOGNA).

Oggi il basco viene indossato in diversi Paesi, soprattutto con un significato militare: le forze armate portano spesso il basco colorato di blu, rosso o di altri colori, assieme alla divisa o alla tuta mimetica. Nel secolo scorso, anche molti anarchici o rivoluzionari usavano portarlo, con un significato politico e militare ben preciso (i più famosi furono Fidel Castro e Che Guevara).

Nel Cinquecento iniziò ad essere indossato soprattutto dagli artisti, in particolare i pittori (il più famoso a portarlo fu Rembrandt), e tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento questa moda venne ripresa anche dagli artisti francesi e stranieri migrati in Francia. Parigi in particolare (all’epoca il ritrovo di tutti i giovani artisti in cerca di ispirazione e di nuove esperienze di vita) iniziò a pullulare di giovani artisti e letterati che indossavano il basco come simbolo della vita libera e spregiudicata, vissuta all’insegna dell’arte e della bellezza (vita bohémienne), che la capitale francese poteva offrire loro. Pablo Picasso (1881 – 1973), pittore spagnolo che si recò a Parigi diverse volte a partire dal 1900, fu uno di questi, e indubbiamente il più famoso.

Pablo Picasso.

Per questa ragione, nel secondo Novecento il basco divenne uno dei simboli della moda parigina, indossato anche da attrici come Brigitte Bardot e Catherine Deneuve. Ecco come a poco a poco è nato questo stereotipo che è duro a morire.

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