I MEROVINGI

(Scritto da Elisa Quaglia)

Nel 395 d.C. l’imperatore romano Teodosio aveva diviso le terre che erano sotto l’egemonia romana in due metà: la metà occidentale fu affidata a suo figlio minore Onorio, mentre la metà orientale a suo figlio maggiore Arcadio. Da questa spartizione erano nati l’Impero Romano d’Oriente (ribattezzato poi “Impero Bizantino” nel XVIII secolo) e l’ Impero Romano d’Occidente.

La decisione fu dovuta alle grandi ondate di invasioni barbariche all’interno dei confini dell’impero, che era ormai divenuto impossibile controllare da parte di un solo capo politico. Già molti anni prima di Teodosio, era andata evolvendosi anche la figura del Magister militum, ossia un generale supremo a capo di un esercito stanziato all’interno di una prefettura romana, onde poter controllare meglio la situazione presente nelle varie province.

Nel 406 d.C. popoli di origine germanica avevano varcato il Reno e si erano insediati stabilmente nella Gallia occidentale (attuale Francia), che costituiva una prefettura romana già dal II secolo a.C. A essi ne seguirono molti altri, così feroci che i capi dell’esercito romano stanziato a Occidente non riuscirono a reprimerli.

Uno di questi popoli furono i Franchi Salii, guidati dal re Childerico I. Questi, nel V secolo, si stanziarono a nord del fiume Loira e, differentemente dagli altri barbari, riuscirono a farsi benvolere dall’esercito romano grazie ad alcuni servizi resi al magister militum assegnato alla Gallia: Egidio, impegnato a combattere i Visigoti.

L’alleanza militare tra i Romani e i Franchi perdurò anche durante il mandato del magister militum successivo, Paolo, che combatté Sassoni e Alemanni insieme a Childerico. Tutto ciò pose le basi per un’alleanza duratura tra i Franchi Salii e il popolo romano.

Childerico I, re dei Franchi.

I Franchi Salii (o semplicemente Franchi) erano un popolo di origine germanica, più precisamente di provenienza dalla Germania dell’ovest. Il loro nome derivava dalla regione del fiume Ijssel, che anticamente si chiamava Isala (o Sala) e che attualmente scorre in Olanda. I Franchi Ripuari, invece, provenivano dalla Germania dell’est, nella regione compresa tra il Reno e la città tedesca di Colonia, ed erano un’etnia completamente diversa.

Childerico I apparteneva alla dinastia dei Merovingi (Mérovingiens), così chiamata in onore di suo padre Meroveo, in carica fino al 457. Meroveo discendeva a sua volta da Faramondo, primo sovrano dei Franchi Salii (IV- V secolo d.C.). La dinastia dei Merovingi fu in carica fino al 751, quando venne deposta dalla dinastia dei Pipinidi.

Dopo le vittorie riportate al fianco dei Romani e la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 (l’Impero Romano d’Oriente cadrà invece nel 1453), Childerico I si stanziò definitivamente a Parigi fino al 481, anno della sua morte. Inizialmente, i domini franchi comprendevano solo la parte nord della Gallia (attuale Francia settentrionale e Belgio).

La Gallia alla morte di Childerico: i Franchi presero possesso della Gallia a partire da nord (area gialla) e solo successivamente proseguirono l’avanzata verso sud. Immagine di pubblico dominio.

A Childerico successe il figlio Clodoveo I (Clovis 1er), che si trovò dunque a comandare un regno ormai autonomo e completamente indipendente dall’egemonia romana. Tuttavia, anziché introdurre i costumi franchi all’interno della Gallia, il nuovo re preferì invece assorbire i costumi romani e civilizzare il suo popolo.

Clodoveo I fu senza dubbio il più importante sovrano appartenente alla dinastia merovingia.

Nel 496 circa, si convertì anche al Cristianesimo, atto con finalità non solo religiose ma anche politiche: l’adesione di un sovrano barbaro al Cristianesimo permetteva l’appoggio dell’aristocrazia gallica e romana – di fede profondamente cristiana – nonché l’approvazione del papa, e fece sì che i Franchi potessero rapidamente conquistare tutta la Gallia da nord fino a sud senza incontrare ostacoli. Persino l’imperatore romano d’Oriente Anastasio I dette il suo benestare al regno di Clodoveo, e in breve si instaurò una solida alleanza tra i Franchi (che si consideravano difensori della fede cristiana contro i culti pagani ancora presenti presso gli altri barbari) e il papato, alleanza che fu estremamente importante nell’epoca successiva, quella di Carlo Magno.

Battesimo di Clodoveo per mano di San Remigio, mentre lo Spirito Santo appare in forma di colomba.

(Vai alla pagina dedicata al PANTHÉON di Parigi per ammirare un altro famoso dipinto che ritrae il celebre Battesimo di Clodoveo).

I Merovingi furono visti con tanta ammirazione dal mondo cristiano dell’epoca – e soprattutto da quello cattolico – che su di loro nacquero diverse leggende, come quella di avere un tocco curativo, dono che derivava loro, si diceva, dalla discendenza da Gesù Cristo e dal possesso del Santo Graal, la santa reliquia appartenuta al Messia [1].

“Clodoveo I”, dipinto da François-Louis Dejuinne. Immagine di pubblico dominio.

Durante il regno di Clodoveo I venne anche redatta la “Legge Salica“, che prendeva nome appunto dal popolo dei Franchi Salii per la quale fu stilata. Questa legge stabiliva il diritto di successione solo per i discendenti maschi, affermando: “In terram salicam mulieres ne succedant ” (” In terra salica le donne non salgano al trono “) [2]. La legge fu rispettata anche dalle altre dinastie di sovrani franchi – e poi francesi – fino ai tempi della Rivoluzione, ma fu messa in discussione durante il conflitto che scoppiò nel XIV secolo tra Francia e Inghilterra per la successione al trono: la Guerra dei Cent’Anni (vai anche alle pagine su RIVENDICAZIONI INGLESI SULLA FRANCIA e LE MOTIVAZIONI DELL’INGHILTERRA SECONDO SHAKESPEARE).

In seguito alla morte di Clodoveo I nel 511, il regno dei Franchi (comprendente pressappoco tutta l’attuale Francia) fu suddiviso in regni più piccoli da parte dei suoi successori: i figli di Clodoveo I (Teodorico, Clodomiro, Childeberto e Clotario I) dettero vita ai quattro regni di Austrasia, Burgundia, Neustria e Aquitania, e infine i successori di Clotario I furono coinvolti in numerose guerre per la spartizione del territorio. Fu in questo periodo che iniziò la crisi della dinastia merovingia.

Tra i discendenti di Clotario che si contesero le varie spartizioni del regno si ricordano Cariberto, Clotario II e Dagoberto I (a cui è dedicata una famosa canzone popolare francese dal titolo “Le bon roi Dagobert” ). Questi ebbero fama, dopo la morte, di essere “re fannulloni” (rois fainéants), inetti, privi di un vero potere regale [3].

I quattro regni in cui fu diviso il territorio dei Franchi. Immagine di pubblico dominio.

La crisi dei Merovingi permise a personaggi come Carlo Martello di divenire anche più importanti del re in persona.

Carlo Martello apparteneva alla dinastia dei Pipinidi ed era un funzionario regio di stampo militare, ossia un “maggiordomo di palazzo”, come veniva chiamato all’epoca. Dopo aver riportato numerosi successi militari, si trovò a detenere il vero potere nei tre regni franchi di Austrasia, Burgundia e Neustria messi assieme.

 Suo figlio Pipino III (detto “Pipino il Breve”) fece deporre l’ultimo re merovingio, Childerico III, il cui potere era ormai decaduto. A partire da quel momento (751 d.C.), i Franchi ebbero un unico re, sebbene l’Aquitania mantenesse ancora l’autonomia. Iniziò così la dinastia di sovrani nota come “dinastia dei Carolingi” dal nome del figlio di Pipino, Carlo Magno, che fu il suo più importante esponente.

Note bibliografiche:

[1] Giuseppe Di Vico, Gesù, La Maddalena e Il Santo Graal, Firenze Atheneum, p. 227.

[2] William Shakespeare, Enrico V, atto I, scena II.

[3] M. Christian Pfirter, La Gallia sotto i franchi merovingi: vicende storiche, in «Storia del mondo medioevale», vol. I, 1978, pp. 688-711.

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