IL CUBISMO

Il Cubismo è stata una corrente pittorica nata a Parigi nel 1907, quando GEORGES BRAQUE (1882 – 1963), il suo principale esponente, si recò a una mostra in onore di Paul Cézanne, celeberrimo pittore post-impressionista deceduto l’anno prima, nel Salon d’Automne.

A partire dallo studio di Cézanne sui volumi, sulle forme e sul processo mentale che porta a riconoscere la realtà, Braque dette vita a una corrente pittorica che si poneva come obiettivo il superamento dei limiti visivi e mentali, onde non riprodurre più l’oggetto così come lo vede l’occhio, ma così come lo percepisce il cervello.

Georges Braque, e in seguito PABLO PICASSO (artista spagnolo che visse a Parigi e che fu co-fondatore della corrente), ebbero l’idea di riprodurre sulla tela non più un’immagine bidimensionale ma tridimensionale, e tutto questo non più utilizzando la classica prospettiva, bensì un ragionamento del tutto innovativo: sulla tela occorreva rappresentare l’immagine da ogni angolazione attraverso la quale l’occhio può osservarla per fornire informazioni alla mente, in modo che lo spettatore possa vedere non ciò che l’artista vede, ma ciò che l’artista percepisce.

La tecnica attraverso la quale realizzare il tutto si basava sul concetto di rappresentazione della realtà attraverso figure geometriche tridimensionali come quelle utilizzate da Cézanne: il cilindro, il cubo e la sfera. Nacque così la corrente pittorica chiamata “Cubismo” (Cubisme), e con essa la rappresentazione della natura smise per la prima volta di essere fedele alla realtà.

“Donna che piange”, di Pablo Picasso (1937), Tate Modern di Londra.

Il termine “Cubismo” venne inventato dal critico Louis Vauxcelles (lo stesso che dette il nome al Fauvismo) durante la prima mostra dedicata a questo nuovo stile, nel 1907. In quell’occasione, il critico d’arte si espresse dicendo che Braque “maltrattava le forme riducendole a cubi”.

Così operò il Cubismo nella sua prima fase, detta “Cubismo formativo”, che andò dal 1907 al 1909: in questa prima fase, il processo di scomposizione della figura era ancora molto rudimentale, e si limitava a ridurre le figure rotonde in figure squadrate, proprio come era solito fare Cézanne nell’ultima parte della sua produzione artistica.

Questo è molto evidente in Picasso nel suo famosissimo dipinto “Les demoiselles d’Avignon” del 1907, ispirato a “Le grandi bagnanti” di Cézanne.

Pablo Picasso: “Le demoiselles d’Avignon” (1907), conservato al Museum of Modern Art di New York.

Nella seconda fase detta “Cubismo analitico” (dal 1910 al 1912), la tecnica consisteva non più nel rappresentare solamente le figure da più punti di vista, ma nel riassemblare le differenti prospettive in maniera caotica, senza più un ordine logico; il tutto per superare il concetto di “limite”.

Una delle opere più famose che illustra maggiormente questo procedimento è “Violino e brocca” (Broc et violon) di Braque del 1910, in cui i due oggetti non sono più rappresentati in un solo istante e da una sola prospettiva , ma da ogni angolazione in cui l’occhio riesca a vederli, in momenti differenti. L’assemblaggio è però casuale, in modo che gli oggetti non siano più riconoscibili.

Georges Braque: ” Violino e brocca” (1910) conservato al Kunstmuseum di Basilea.

Nella terza fase, chiamata “Cubismo sintetico” (1913- 1915), non veniva neanche più utilizzata solamente la pittura, ma diversi materiali, per incutere incredulità nello spettatore. Questa tecnica del “collage” sarà poi utilizzata anche nel Surrealismo degli anni successivi.

Altri esponenti del movimento cubista furono Robert Delaunay, Marcel Duchamp, Albert Gleizes, Jean Metzinger, Fernand Léger, Juan Gris, Francis Picabia e in Italia Gino Severini.

Dal Cubismo presero vita il Futurismo italiano, il Vorticismo britannico e il Suprematismo russo.

Vai anche alla pagina su PABLO PICASSO per saperne di più su questo importante artista del Novecento e per trovare l’immagine di un altro suo celebre dipinto, dal titolo “GUERNICA”.

TORNA ALLA PAGINA DI CULTURA E CURIOSITA’