IL FAUVISMO

Il Fauvismo, o movimento artistico “Fauves”, fa parte delle correnti pittoriche post-impressioniste, ovvero quelle correnti che si formarono in Francia dopo la nascita dell’Impressionismo (anni ’60 dell’Ottocento) e che si esaurirono intorno al 1905-1910 per lasciare spazio soprattutto all’Espressionismo e al Cubismo, ma anche al Futurismo (movimento culturale italiano derivato in pittura dal Cubismo) e all’Art Nouveau (o Stile Liberty).

Per la precisione, il Fauvismo fu l’ultima di queste correnti, infatti nacque non prima degli anni ’90 dell’Ottocento. Secondo gli studiosi d’arte, rappresenterebbe l’avanguardia del Post-impressionismo.

“Donna con cappello” (Femme au chapeau) di Henri Matisse (1905), conservato al Museum of Modern Art di San Francisco (California).

Il movimento prende nome dalla parola francese “Fauve” che significa “belva” o “fiera”, termine con cui si espresse il critico Louis Vauxcelles in occasione della mostra al Salon d’Automne di Parigi del 1905: secondo lui, la sala in cui erano esposte le opere di questi artisti ricordava una “cage aux fauves”, cioè una “gabbia di belve”, sia per la violenza e aggressività dei colori vividi utilizzati, sia per la maniera stilizzata di rappresentare le figure umane, che ricordavano in tutto e per tutto dei veri e propri animali selvaggi.

Nel Fauvismo, infatti, vengono usati soprattutto colori caldi e molto accesi, che ricordano le tinte dei Paesi esotici. In particolar modo, sono l’Africa e l’Asia (Medio ed Estremo Oriente) a ispirare maggiormente questi artisti, e soprattutto quello che fu il principale esponente del movimento: HENRI MATISSE (1869 – 1954), oggi considerato uno dei più grandi pittori del Novecento.

Matisse iniziò a interessarsi di pittura in maniera fortuita, ovvero a causa di un brutto attacco di appendicite che lo costrinse a letto per parecchio tempo. Prima di allora, si era dedicato a studi di giurisprudenza che abbandonò nel 1889 per dedicarsi alla carriera di artista.

Le sue opere furono fortemente influenzate dai Post-impressionisti, in particolare i “quattro evangelisti” del movimento: Cézanne, Gauguin, Van Gogh e Seurat.

Matisse compì anche molti viaggi all’estero, durante i quali studiò ed apprese la tecnica pittorica, soprattutto in Italia, Russia e Inghilterra. In quest’ultimo Paese studiò lo stile di William Turner, considerato uno dei precursori dell’Impressionismo. Tuttavia, Matisse andò oltre la sua tecnica, dando vita alla corrente dei “Fauves” ispirata dal Giappone e dall’Arabia.

La maggior parte delle sue opere hanno come soggetto figure umane, specialmente donne, rappresentate in una maniera che verrà definita dai suoi contemporanei “aberrante”, con pennellate lunghe e definite, e una marcata linea di contorno.

“La stanza rossa” (La chambre rouge) o “Armonia in rosso” (Harmonie rouge) di Henri Matisse (1908), conservato al museo dell’Ermitage di San Pietroburgo (Russia).

Sua principale opera fu “La danza” (La Danse) del 1910, che dipinse per l’amico Sergej Ivanovič Ščukin e oggi è conservata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, in Russia. Matisse, infatti, dipinse in varie occasioni solamente per fare dei doni graditi ai suoi amici, e non tanto a scopo di lucro. Tra le sue amicizie, vi fu lo scrittore irlandese James Joyce, a cui donò le illustrazioni per il suo capolavoro letterario “Ulisse”.

Del dipinto “La danza” esiste anche una prima versione del 1909, meno famosa della seconda. Questo primo dipinto si trova al Museum of Modern Art di New York.

” La danza” (2a versione) di Henri Matisse (1910), conservata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo (Russia).

Matisse fu conoscente di Pablo Picasso, pittore spagnolo co-fondatore del Cubismo assieme a Georges Braque. Tra i due vi fu sempre un rapporto di rivalità, ma anche di stima reciproca che non si interruppe mai.

Una delle ultime opere di Matisse fu la decorazione della Cappella di Santa Maria del Rosario (Chapelle du Saint-Marie du Rosaire) a Vence (Provenza– Alpi-Costa Azzurra), che l’artista considerò il vero capolavoro della sua vita.

Particolare della vetrata della Cappella di Santa Maria del Rosario di Vence, dipinta da Matisse.

Altro esponente del Fauvismo fu ANDRÉ DERAIN (1880 – 1954), che fu anche scultore proprio come Matisse. Tra le sue opere scultoree più famose vi sono volti e maschere d’argilla, anche se in realtà l’artista utilizzò sempre diversi tipi di materiale per la realizzazione delle sue opere, tra cui anche il bronzo.

Sia nelle opere scultoree che pittoriche si nota l’influsso dei Paesi esotici, in particolare dell’Africa. Come in Matisse, con cui lavorò, i suoi dipinti sono caratterizzati da colori vividi, accesi e di intensa brillantezza. Tuttavia, lo stile di Derain è più pacato rispetto a Matisse, e i soggetti sono soprattutto paesaggi, meno spesso individui. La sua opera più famosa è la “Donna in camicia” (Femme en chemise), considerata il manifesto del movimento “Fauves” assieme alla “Donna con cappello” di Matisse (vedi sopra).

“Donna in camicia” di André Derain (1906), conservata allo Statens Museum di Copenaghen.

Altro grande esponente del movimento fu MAURICE DE VLAMINCK (1876 – 1958), anch’esso famoso per i dipinti di paesaggi. Tuttavia, lo stile di Vlaminck si fece col passare del tempo sempre più Espressionista, imperniato di un senso di angoscia e malessere nei confronti del vivere moderno: dai colori caldi e accesi tipici del Fauvismo, come nel dipinto “Il giardiniere” (Le jardinier), dopo il 1910 passò alla pittura con tonalità scure e paesaggi desolanti, come nel dipinto “Paesaggio di neve” (Paysage de neige).

Confronto tra gli stili di De Vlaminck: “Il giardiniere” del 1904, indubbiamente Fauve, e “Paesaggio di neve” dipinto negli anni ’20, indubbiamente Espressionista.

Infine, grande esponente del movimento “Fauves” fu OTHON FRIESZ (1879 – 1949), che come gli altri due artisti è ricordato per la rappresentazione di paesaggi. Amico di Georges Braque, visse assieme all’artista per alcuni anni in Belgio e si dedicò anche alla rappresentazione di nature morte. Insieme a Matisse, è ricordato per essere uno dei maestri dell’arte “Fauves”.

“Paesaggio alla Ciotat” (Paysage à la Ciotat) di Othon Friesz (1907).

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