IL GRAN PRIVILEGIO

Il Gran Privilegio (o Gran Privilegio dei Paesi) era un documento che venne stilato nel 1477 da parte delle province più ricche sotto il controllo del ducato di Borgogna (Bourgogne): Fiandre, Olanda, Brabante e Hainaut.

“Maria di Borgogna concede il Gran Privilegio”, dipinto di Charles Rochussen (1853).

Nel gennaio dello stesso anno, il duca di Borgogna Carlo il Temerario era morto lasciando come sua unica erede la figlia Maria, che per l’epoca si trovò ad essere la più grande ereditiera d’Europa. Il ducato di Borgogna comprendeva infatti vastissimi territori, anche di lingua straniera, che nel tempo era riuscito ad assoggettare al suo potere.

Dal momento che sia la legge salica in vigore in Francia che quella borgognona non prevedevano che una donna salisse al trono, con l’ascesa di Maria di Borgogna l’indipendenza del ducato cominciò a vacillare, poiché il re di Francia Luigi XI lo reclamava per sé non riconoscendo autorità alla duchessa, e il ducato di Gheldria e il principato di Liegi ne avevano approfittato per ottenere la piena autonomia.

Di fronte alle difficoltà, il 3 febbraio 1477 vennero convocati gli Stati Generali, i quali si dichiararono pronti a venire in soccorso del ducato di Borgogna – Stato vassallo del regno di Francia – ma solo in cambio di alcune concessioni da parte di Maria: le province chiedevano infatti autonomia in campo economico e politico, andando contro al processo di centralizzazione del potere operato da Carlo il Temerario.

Secondo il Gran Privilegio (Grand Privilège), le province avevano il potere di mantenere le proprie tradizioni e di redarre documenti nella propria lingua madre qualora essa non fosse il francese come si parlava in Borgogna; era chiesto inoltre che gli incarichi pubblici e giudiziari fossero ricoperti solo dai residenti della provincia e non da esterni; in più, l’istituzione di un Gran Consiglio di 24 membri che amministrassero il ducato di Borgogna e le sue province assieme alla duchessa.

Un’altra clausola fondamentale del Gran Privilegio era che alla duchessa non fosse permesso sposarsi, dichiarare guerra o imporre nuove tasse senza il consenso degli Stati Generali. Quest’ultima richiesta fu quella più ostica per la Borgogna, dal momento che gli Stati Generali premevano perché Maria si sposasse col Delfino di Francia e il ducato perdesse la sua indipendenza; ma non potendo agire diversamente, la duchessa dovette acconsentire e firmare il documento l’11 febbraio 1477.

Tuttavia, nell’agosto dello stesso anno, decise di sposarsi per procura con Massimiliano I d’Asburgo (allora non ancora imperatore del Sacro Romano Impero) senza rispettare la clausola per mantenere l’autonomia del ducato. Questo portò a uno scontro diretto con la Francia ma anche a un rafforzamento del potere della Borgogna.

Dopo la morte inaspettata di Maria nel 1482, la Borgogna tornò al regno di Francia e il Gran Privilegio venne abolito.

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