L’IMPRESSIONISMO

L’Impressionismo (Impressionnisme) fu una famosa corrente pittorica che si sviluppò in Francia alla fine del XIX secolo, e più precisamente tra il 1860 e l’inizio del Novecento (anche se il suo maggiore sviluppo si ebbe entro il 1880).

I pittori (peintres) appartenenti a questa corrente (gli “Impressionisti”) erano soliti rappresentare su tela (toile) le fugaci impressioni (impressions) dell’occhio umano, scaturite da attimi della quotidianità borghese e da giochi di luce proiettati su luoghi, persone e oggetti della vita di tutti i giorni, discostandosi così dal “manierismo” e dai dettami canonici dell’Accademia delle Belle Arti parigina e della pittura tradizionale.

Per raggiungere tale scopo, i suoi esponenti dipingevano all’aria aperta (en plein air) e non negli studi pittorici come era usanza all’epoca, scegliendo soggetti poco “ortodossi” e talora in movimento, perfino provocanti e sensuali.

Colazione sull’erba (“Déjeuner sur l’herbe”) di Manet, conservato al Museo di Orsay di Parigi (1863).

Data l’importanza che la luce rivestiva nella loro pittura, diveniva fondamentale per gli artisti la stagione, l’ora del giorno e l’angolazione da cui si accingevano a rappresentare le loro opere, mentre il soggetto e la fedeltà di riproduzione del vero – i  due punti cardinali della pittura tradizionale – passavano in secondo piano.

La prima esibizione di quadri impressionisti ebbe luogo a Parigi nel 1874, presso l’atélier Nadar a Rue des Capucines. Inutile dire che i primi dipinti causarono immediatamente uno scandalo tra i critici d’arte contemporanei, nonché all’interno della società borghese dell’epoca, abituata a quadri dai soggetti classici e con una cura quasi maniacale nella riproduzione della realtà. I dipinti impressionisti, infatti, davano un’idea di incompletezza a causa della mancanza di linea di contorno e della loro prospettiva quasi irreale, cosicché apparivano simili a macchie di colore date alla rinfusa. Le pennellate davano un’impressione di pittura rozza, dilettantesca, priva di tecnica; e come se ciò non fosse stato abbastanza, i quadri rappresentavano anche soggetti molto spregiudicati per la loro epoca, talvolta maliziosi, oppure situazioni poco eleganti della vita borghese.

La scuola di danza (“La Classe de danse’), dipinto di Degas conservato al Musée d’Orsay di Parigi (1873-1875).

Si ritiene che il termine “impressionismo” sia nato dal critico pittorico Louis Le Roi che, trovandosi alla suddetta mostra di Rue des Capucines, utilizzò in senso dispregiativo questa espressione per criticare la nuova tecnica artistica, basata più sulla rappresentazione del sentimento suscitato dai giochi di luce e da determinate situazioni della vita quotidiana che non sull’accurato tentativo di riprodurre in maniera quasi fotografica ciò che il pittore aveva di fronte agli occhi.

Secondo altre teorie, il termine sarebbe nato da un quadro di Claude Monet del 1872, e conservato al Museo Marmottan Monet di Parigi: “Impression, Soleil Levant” (Impressione, levar del sole). In effetti, tale quadro esprime bene quale fosse l’intento di questi pittori: dare emozione, e soprattutto comunicare la propria emozione di fronte a spettacoli naturali (come nel suddetto dipinto) o a situazioni della vita di tutti i giorni, facenti parte dei costumi della società contemporanea.

IMPRESSION, SOLEIL LEVANT
Claude Monet: “Impression, soleil levant”. Musée Marmottan Monet di Parigi. Pubblico dominio.

L’apparente “trascuratezza” della tecnica pittorica era dovuta alla necessità di riprodurre velocemente un’impressione fugace sulla tela bianca, prima che venisse “spazzata via” dopo pochi istanti. Per questo, a differenza di come accadeva nella tecnica classica, molti dei dipinti venivano completati in maniera rapida, in una sola seduta di pittura, dando un effetto di “schizzo” più che di quadro raffinato e dalle immagini nitide e definite.

I principali esponenti del movimento impressionista furono:

ÉDOUARD MANETprecursore di questo movimento, a differenza degli altri Impressionisti dipingeva sia all’aria aperta che negli studi di pittura, sviluppando una tecnica particolare che si poneva come anello di congiunzione tra l’Impressionismo vero e proprio e la pittura classica.

CAMILLE PISSARRO: fondatore della corrente pittorica impressionista, col suo stile seppe influenzare non solo gli altri grandi esponenti del movimento, ma anche artisti appartenenti ad altre correnti come Gauguin, Van Gogh, Cézanne e Signac.

CLAUDE MONET: forse il più famoso degli Impressionisti, amava dipingere soprattutto paesaggi e spettacoli naturali all’aria aperta. Per questa ragione, fece costruire nella sua casa di Giverny, in Normandia, un bellissimo giardino lussureggiante dove poté realizzare opere di straordinario fascino e bellezza, ancora più notevoli se si considera il fatto che era un autodidatta e non frequentò mai alcuna scuola di pittura.

“La Gazza” (La pie), dipinto di Monet conservato al Museo di Orsay di Parigi (1868- 1869).

EDGAR DEGAS: famoso per dipingere soprattutto ballerine, amava rappresentare soggetti in movimento, da angolazioni inusuali e decentrate. A differenza degli altri Impressionisti, era poco interessato allo studio della luce e alla pittura all’aria aperta, ma piuttosto all’impressione generata dal movimento e dalle situazioni più comuni della vita di ogni giorno.

PIERRE-AUGUSTE RENOIR: di Renoir si conoscono due periodi: uno precedente al 1881 dove troviamo uno stile pittorico tipicamente impressionista, con raffigurazioni di paesaggi en plein air e scene della vita borghese; e un secondo periodo in cui, dopo un viaggio in Italia compiuto nel 1881, decise di dedicarsi alla rappresentazione più raffinata e classica della figura umana, nonché a temi più canonici. Nell’ultimo periodo della sua attività artistica, già fortemente minacciata da una grave forma di artrite reumatoide, prevale lo stile punteggiato e la raffigurazione di giovani donne e bambine.

I più famosi quadri degli Impressionisti sopra citati, assieme alla spiegazione della tecnica pittorica identificativa di ciascuno di essi, sono riprodotti nelle pagine dedicate a ognuno di questi artisti (guarda in testata o clicca sul nome di ciascun pittore nella lista soprastante).

Altri esponenti del movimento furono Jean Frédéric Bazille, Gustave Caillebotte e Alfred Sisley, che però non verranno spiegati all’interno di questa sezione. Non saranno neanche commentate le opere degli Impressionisti italiani.

“Ninfee” (Nymphéas), dipinto di Monet conservato al Museo Marmottan di Parigi (1916 – 1919).

In Francia, la maggior parte delle opere pittoriche degli Impressionisti sono conservate al Museo d’Orsay di Parigi, conosciuto anche come “Museo dell’Impressionismo”.

Visita anche la pagina del sito web di “Francese Facile” www.francesefacile.altervista.org/pittori-francesi/ per ammirare altre importanti opere pittoriche di questi famosi artisti.

Se sei interessato all’arte, visita inoltre la pagina dedicata al POST- IMPRESSIONISMO per sapere quali stili pittorici subentrarono dopo l’Impressionismo. Non scordare di consultare anche le pagine dedicate al CUBISMO, al SURREALISMO, al dipinto UN UGONOTTO IL GIORNO DI SAN BARTOLOMEO e al dipinto “L’ALTALENA” di Fragonard, simbolo del Rococò.

In più, consulta la pagina sui VOCABOLI DELL’ARTE per trovare informazioni sulle parole francesi legate al linguaggio artistico.

(Tutte le immagini e le informazioni presenti sono di pubblico dominio).

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