LA CORTE DEI MIRACOLI

Per “Corte dei Miracoli” (Cour des Miracles) si intendeva, nella cultura francese antica, un’area delle grandi città in cui si rifugiavano gli emarginati e coloro che vivevano di elemosina, solitamente emigranti, zingari e mendicanti. Tuttavia, queste corti erano anche aree malfamate in cui non era infrequente trovare pure ladri e assassini, e tutti coloro che si nascondevano dalla giustizia.

Ancora oggi, in italiano, il termine “corte dei miracoli” designa ambienti popolati da persone di malaffare oppure barboni, solitamente affetti da gravi deformità.

“Gli storpi”, dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio del 1568.

Non si conosce bene l’origine del nome “Corte dei Miracoli”, ma vi sono due ipotesi: la più accreditata è che derivi dal fatto che molti dei suoi abitanti erano mendicanti che si fingevano falsi invalidi durante il giorno, per poi “guarire” miracolosamente la sera quando facevano ritorno a casa. La seconda ipotesi riguarderebbe la gerarchia vigente all’interno della corte, ovvero il fatto che, contrariamente a quello che accadeva nel resto della città, i poveri comandavano e venivano anche eletti re, il che andava a costituire un vero e proprio “miracolo” per la società del tempo.

La Corte dei Miracoli più famosa del mondo è quella di Parigi, che nacque, secondo la tradizione, durante il Basso Medioevo in diverse zone della capitale. La Corte dei Miracoli, infatti, solitamente era costituita da più aree della città, e non da una soltanto (in tutta Parigi, ad esempio, ve ne erano in tutto 12). Queste zone avevano la caratteristica di essere collegate da strade sotterranee, tunnel e stretti cunicoli, tant’è che molto spesso le corti erano luoghi di difficile accesso anche per le forze dell’ordine.

La più grande e popolare delle varie Corti dei Miracoli di Parigi era quella chiamata “Grande Cour des Miracles” o Fief d’Alby, che si trovava nel 2° arrondissement, tra rue du Caire e rue Réamur (Rive Droite). Altre Corti dei Miracoli importanti erano quella di rue de Reuilly (12° arrondissement) e rue des Tournelles (4° arrondissement) (entrambe nella Rive Droite).

Zona in cui sorgeva la Corte dei Miracoli di Parigi chiamata “Grande Corte dei Miracoli” o “Fief d’Alby” (cerchio blu), tra Rue du Caire e Rue Réamur (linee rosse). Immagine modificata tratta da Google Maps.

Nonostante la credenza popolare che le vuole come zone diffuse soprattutto in epoca medievale, queste corti ebbero maggiore sviluppo soprattutto nel Seicento, all’epoca di Luigi XIII. La fama di questi luoghi – soprattutto l’erronea fama di luoghi medievali – si deve in gran parte a Victor Hugo, che descrisse la Corte “Fief d’Alby” di Parigi nel suo celeberrimo romanzo “Notre-Dame-de-Paris”, pubblicato nel 1831 ma ambientato nel 1482.

Scena della Corte dei Miracoli tratta dal lungometraggio animato di Disney “Il gobbo di Notre Dame” (1996), ispirato al romanzo di Victor Hugo.

All’interno delle Corti dei Miracoli comandava un re eletto a gran voce dai suoi abitanti, che disponeva di alcuni luogotenenti al di sotto dei quali si trovavano dei vecchi saggi che istruivano i mendicanti, anche se spesso l’incarico di “istruttori” al mestiere di accattone e borsaiolo era affidato a dei maestri che divenivano tali solo dopo aver superato alcune difficili prove.

All’interno della corte, il re stesso amministrava la giustizia e vigevano leggi completamente indipendenti da quelle del mondo civile. Inoltre, gli abitanti dovevano pagare delle tasse al re (tranne i saggi, che ne erano dispensati) e si parlava in gergo: il famoso Argot parigino era infatti la vera lingua ufficiale della Corte dei Miracoli (clicca sul link per sapere di cosa si tratta).

Secondo le fonti di Hugo (il libretto “Jargon o Linguaggio dell’Argot riformato” scritto da Ollivier Chereau intorno al 1630 a Tours, e l’opera “Storia e ricerca delle antichità della città di Parigi scritto da Henri Sauval nel 1660), il re della corte veniva chiamato “Coësre” (storpiatura del re persiano “Cosroe”, evidentemente) o “roi de Thunes” (a volte tradotto come “re di Tunisi”), mentre i luogotenenti erano i “cagous” e i vecchi saggi “Archissupots“.

La Corte dei Miracoli di Parigi (Fief d’Alby) disegnata da Gustave Doré come illustrazione del romanzo di Victor Hugo.

Le Corti dei Miracoli smisero di esistere gradualmente a partire dalla seconda metà del Settecento, quando iniziarono ad essere emanati diversi editti che miravano alla loro abolizione per ragioni di sicurezza. Il 21 agosto 1784 venne ufficialmente distrutta la Corte dei Miracoli di Parigi “Fief d’Alby” e al suo posto vi vennero trasferite le botteghe dei fabbri.

Zone che conservano la memoria delle Corti dei Miracoli a Parigi sono “Rue de la Grande-Truanderie” (Via della Grande Malavita) e “Rue de la Petite Truanderie” (Via della Piccola Malavita) nel 1°arrondissement (Rive Droite).

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