LUIGI IX DETTO “IL SANTO”

(Scritto da Elisa Quaglia)

La vita e gli eventi più importanti compiuti da Luigi IX detto “il santo“, re di Francia e crociato, nonno di Filippo il Bello e canonizzato dalla chiesa cattolica nel 1297.  Oggi è patrono di Francia assieme a Giovanna D’Arco e a Santa Teresa di Lisieux, e del Primo e del Terzo Ordine francescano assieme a Santa Elisabetta d’Ungheria. A lui è dedicata la chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, luogo di culto di tutti i francesi cattolici risiedenti nella capitale d’Italia.

“Luigi IX”, ritratto di José Teófilo de Jesus conservato al Museu Afro Brasil. Tratto dal sito di Wikipedia in italiano. Pubblico dominio.

Luigi IX, della dinastia dei Capetingi, nacque a Poissy il 25 aprile 1215.

Figlio del re di Francia Luigi VIII e della regina Bianca di Castiglia, succedette al padre nel 1226 a soli undici anni, dopo la morte del fratello maggiore Filippo nel 1218.

Nipote di Filippo II di Francia (detto anche Filippo Augusto dal nome dell’imperatore romano), era fratello maggiore di Carlo D’Angiò, che nel 1266 sconfisse Manfredi, figlio dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Hohenstaufen, nella battaglia di Benevento, e che fu incoronato re di Sicilia al suo posto (per saperne di più, si vada alla pagina dedicata a GLI ANGIOINI).

Nei primi anni del suo regno, Luigi fu affiancato sempre dalla madre, la quale, però, non godeva delle simpatie del popolo di Francia in quanto straniera. I suoi più accaniti detrattori furono soprattutto i nobili, membri di un’aristocrazia che andava diventando sempre più potente e che nutriva alcuni dissapori verso tutta la famiglia reale [1].

Nel 1227 il duca di Bretagna ordì il rapimento del giovane sovrano, sventato poi dal popolo di Parigi che si premurò di condurlo in salvo. Per evitare ulteriori attentati, dopo quel temibile evento Luigi IX si circondò sempre di numerosi vassalli, primo fra tutti il conte di Champagne, Tibaldo IV. Di quest’ultimo era vassallo Jean de Joinville, cavaliere dall’animo nobile e pio, che molti anni più tardi scrisse la biografia ufficiale del re divenuto poi santo (“Vita di san Luigi“).

Jean de Joinville. Immagine tratta da https://it.wikipedia.org/ wiki/Jean_de_Joinville. Pubblico dominio.

Nei primi anni di regno, Luigi IX si occupò della questione della Crociata contro gli Albigesi, che durava dal 1209 e aveva portato allo sterminio di tutti i Càtari presenti in Occitania. Nel 1229 decise dunque, assieme alla regina madre, di firmare un accordo con Raimondo VII conte di Tolosa (detto “Il giovane“), accanito sostenitore della causa càtara. Fu così che venne stipulato il trattato di Parigi, con il quale il conflitto voluto da papa Innocenzo III che aveva messo in ginocchio il sud della Francia per vent’anni ebbe finalmente termine. Ne seguì il fidanzamento tra Giovanna di Tolosa (figlia di Raimondo) e Alfonso di Poitiers, fratello minore di Luigi, nonché l’acquisizione di numerosi territori del sud da parte della Francia (clicca sul link per sapere tutto sull’ ERESIA CATARA).

Nel 1230 vi fu una sorta di riconciliazione del sovrano anche nei confronti della nobiltà francese, quando, nella cittadina di Melun (sull’Île-de-France), gli aristocratici ostili a Bianca di Castiglia andarono a rendere omaggio in ginocchio al giovane Luigi.

Nonostante le ostilità che i nobili nutrivano verso la corona, Luigi IX riuscì a farsi benvolere da loro grazie al suo buon carattere: fin dai primi anni di regno, a tutti fu manifesto l’animo mite e profondamente equo del nuovo sovrano, che dette sempre prova di grandissimo valore morale, correttezza e devozione cristiana. Di lui si diceva che partecipasse a numerosi riti liturgici più volte al giorno, che mantenesse sempre la parola data e che avesse un ottimo senso dell’umorismo.

Era inoltre un collezionista di reliquie, e fra queste vi fu la corona di spine vendutagli dal cugino Baldovino II, imperatore di Bisanzio, per un’ingentissima somma di denaro, la quale si diceva essere appartenuta a Gesù Cristo in persona. Il re Luigi non si limitò a sborsare una cifra esorbitante pur di averla – strappandola ai Veneziani a cui era stata precedentemente promessa – ma la fece custodire a Parigi presso un luogo di culto da lui appositamente ordinato: la Sainte-Chapelle (Santa Cappella), importante edificio storico (ormai non più religioso) ammirabile ancora oggi nella capitale francese, anche se spogliato delle reliquie durante la Rivoluzione Francese (vai alla pagina dedicata a PARIGI che si trova nel sito internet associato al blog per trovarne la foto, oppure vai all’appendice su IL PALAZZO DI GIUSTIZIA E LA CONCIERGERIE).

Ma le doti più importanti di questo sovrano furono soprattutto il senso della giustizia e la profonda correttezza: non pago di esercitarle sempre egli stesso, si preoccupò anche che queste due qualità venissero adoperate da ciascun funzionario dell’impero, assicurandosi che non fossero commessi abusi di alcun tipo. Per questo ridefinì il ruolo del Parlamento e del Consiglio Regio e dichiarò non valide le sentenze emesse dai tribunali senza confutazione delle prove. Questa sua estrema correttezza fece sì che in più occasioni venisse convocato a fare da arbitro nelle dispute politiche francesi ed estere (come quella del 1258 tra il re Enrico III d’Inghilterra e i baroni inglesi). Oltre che santo, fu infatti un abile statista che assicurò grande prosperità all’interno del regno.

Nel 1234 sposò Margherita di Provenza, dalla quale ebbe ben undici figli. Fra questi vi fu Filippo, (così chiamato in ricordo dello zio paterno deceduto all’età di nove anni) che divenne re di Francia, alla morte del padre, col nome di Filippo III.

Dopo aver riportato nel 1242 alcune vittorie sull’esercito inglese, che pretendeva per sé alcune regioni del sud-ovest della Francia (soprattutto l’Aquitania, un tempo facente parte dei domini britannici), nel 1258 Luigi IX decise di indire una pace duratura con l’Inghilterra attraverso il Trattato di Parigi (o Trattato d’Abbeville), da non confondere con quello stipulato nel 1229 con Raimondo VII di Tolosa che porta lo stesso nome.

 Nel 1244 fu colto da una fortissima febbre di causa sconosciuta, dalla quale poi si salvò miracolosamente. Reputando l’evento frutto dell’intercessione divina, decise di organizzare la settima crociata in Terra Santa (1248-1254), per liberare Gerusalemme dal dominio musulmano sotto cui si trovava dal 1245. Poco prima di partire dal porto di Aigues-Mortes, in Occitania, volle attraversare il regno a piedi vestito da pellegrino, in segno di penitenza e purificazione prima della grande prova di fede che si accingeva a compiere.

“La partenza da Aigues-Mortes di Luigi IX per la settima crociata”, illustrazione di Gustave Doré. Dal sito di Wikipedia in inglese, voce “Louis IX of France”. Pubblico dominio.

Sbarcato in Egitto dopo una breve sosta a Cipro, assieme ai fratelli minori CarloRoberto e ad un cospicuo numero di soldati (fra cui anche Jean de Joinville, che lo raggiunse nel 1250 e che divenne suo intimo amico e consigliere), Luigi IX guidò diverse battaglie contro i Turchi e i Saraceni conquistando la città di Damietta (1249) finché una forte pestilenza decimò il suo esercito decretandone la sconfitta.

Fu poi fatto prigioniero nella battaglia di Mansura (1250), nella quale perse la vita suo fratello Roberto, conte d’Artois. Assieme ad alcuni soldati e al fratello Carlo D’Angiò, fu tenuto in ostaggio dai Turchi per qualche tempo, poi rilasciato sotto pagamento di un riscatto. Un aneddoto che dimostra il profondo senso di correttezza che il re aveva verso tutti – sia cristiani che Saraceni – racconta che, quando gli fu fatto sapere dai suoi cavalieri che, con un raggiro, era stato dato ai Turchi meno di quanto pattuito, Luigi IX ordinò loro indignato di restituire subito la differenza [2].

Dopo la scarcerazione, decise di rimanere ancora qualche anno in Terra Santa (più precisamente in Turchia, Libano e Palestina) assieme alla moglie e agli altri fratelli, compiendo numerose opere di bene e aiutando la popolazione cristiana del luogo. Ben presto, le sue opere fecero propagare in tutto l’Oriente la leggenda del “re santo” a cui diversi pellegrini facevano visita nell’accampamento per ottenere delle grazie.

Ormai consapevole di aver perso la crociata, Luigi IX rientrò in Francia l’11 luglio 1254.

A partire dal 1256, si preoccupò di rafforzare il potere dei balivi (baillis) e dei prevosti (prévôts), funzionari territoriali istituiti da suo nonno Filippo Augusto che avevano il compito di vigilare sulla popolazione e di assicurare l’amministrazione della giustizia. Uno di questi funzionari fu Étienne Boileau, che divenne prevosto nel 1261 e pubblicò i “Libri dei Mestieri” (Livres des Métiers). Uomo altrettanto equo quanto il re, seppe ben ricoprire il suo ruolo e risanare l’attività commerciale della Francia.

Nel 1270 il re Luigi volle tornare in Terra Santa. Indisse perciò l’ottava crociata (l’ultima crociata della storia), ma i vassalli che gli erano stati al fianco nella crociata precedente non vollero seguirlo, in quanto ancora molto provati dalla drammatica esperienza del 1248. Luigi partì dunque con tre dei suoi figli (Pietro, Giovanni e l’erede al trono Filippo) ma questa seconda impresa si rivelò ancora più tragica della prima: non solo il re non riuscì a riconquistare il Santo Sepolcro, ma perse la vita per una grave pestilenza, il 25 agosto 1270 a Tunisi. Assieme a lui, morì anche il figlio Giovanni, e l’anno dopo il fratello Alfonso di Poitiers con sua moglie Giovanna di Tolosa.

“Morte di Luigi IX”. Illustrazione di Jean Fouquet, dal libro “Grandi Cronache di Francia”, tradotto in italiano dal francese (1455-1460).

Suo figlio Filippo, principe ereditario (il titolo di Delfino inizierà ad essere usato solo a partire dal 1349), fu dunque incoronato re col nome di Filippo III dopo essere tornato in patria col fratello Pietro.

L’anno successivo, ebbe inizio una lunga indagine da parte delle autorità religiose per stabilire la santità di Luigi IX, che venne inizialmente sepolto in Sicilia. La sua salma fu poi riportata in Francia dal fratello Carlo D’Angiò, e sepolta nella basilica di Saint-Denis.

Dopo alcuni anni, nel 1297 papa Bonifacio VIII canonizzò il re col nome di “San Luigi dei Francesi”, altrimenti noto come san Ludovico (pochi anni più tardi, ironicamente lo stesso papa ebbe dei seri scontri con suo nipote Filippo IV detto “il Bello” e ordinò la sua scomunica).

Nel 1299 la regina Giovanna di Navarra, moglie di Filippo IV, nipote di Luigi, chiese a quello che era stato il suo più intimo amico, Jean de Joinville, di scriverne la biografia.

Lo stesso Joinville testimoniò al processo per decidere della canonizzazione del sovrano. Grazie al suo manoscritto, sono state tramandate ai posteri molte informazioni sulla vita di Luigi IX, che oggi è patrono di Francia e del Primo e Terzo ordine Francescano.

Vai anche alla pagina su IL BATTISTERO DI SAN LUIGI.

Note bibliografiche:

[1] Régine Pernoud, Bianca di Castiglia, Ecig, Genova, 1994.

[2] Dalla videoconferenza di Alessandro Barbero “Come pensava un uomo del Medioevo 3 – Jean de Joinville”, dal sito: www.festivaldellamente.it.

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