PAUL VALÉRY

Paul Valéry (1871-1945) fu un poeta francese esponente del Simbolismo letterario.

La sua produzione letteraria fu così importante che, alla sua morte, il presidente della Repubblica Charles De Gaulle indisse dei funerali ufficiali per rendergli omaggio. Morto a Parigi nel 1945, la salma di Valéry riposa oggi a Sète, la sua città natale in Occitania.

Paul Valéry. Immagine di pubblico dominio.

Iniziato alla produzione poetica da André Gide e Stéphane Mallarmé, nel 1892 decise di interrompere l’attività per seguire altre strade. Si può parlare di una vera e propria “crisi letteraria” che il poeta si trovò improvvisamente ad attraversare, pausa durante la quale si dedico intensamente al suo lavoro al Ministero della Guerra e a collaborare con l’agenzia di stampa Havas [1]. L’attività poetica riprese solo nel 1917 grazie agli spronamenti dell’amico Gide, con la poesia “La jeune parque.

Della sua produzione sono famosi i saggi “Metodo di Leonardo da Vinci” del 1895 e “La serata con il signor Teste” del 1896, entrambi pubblicati per celebrare la gloria del genio.

Nel 1920 pubblicò la raccolta di poesie “Album di versi antichi” (Album de vers anciens) e nel 1922 la raccolta di 21 poesie “Charmes” (Carmi), sicuramente una delle più famose. In quest’ultima raccolta, infatti, il poeta esprime concetti estremamente importanti, pensieri riguardo alla produzione poetica in generale e anche riguardo alla propria, celebrando la poesia come gloria dell’intelletto umano. In più, la raccolta è spunto anche per riflessioni sulla vita e sulla morte, attraverso la produzione di versi molto semplici che, secondo l’autore, non posseggono significati oscuri ma semplicemente il significato che dà loro il lettore.

Si propone in questa pagina il testo in francese di “La fileuse” (la filandaia) dell’ “Album de vers anciens”. La traduzione in italiano è in fondo alla pagina.

TESTO FRANCESE:

Assise, la fileuse au bleu de la croisée

Où le jardin mélodieux se dodeline ;

Le rouet ancien qui ronfle l’a grisée.

Lasse, ayant bu l’azur, de filer la câline

Chevelure, à ses doigts si faibles évasive,

Elle songe, et sa tête petite s’incline.

Un arbuste et l’air pur font une source vive

Qui, suspendue au jour, délicieuse arrose

De ses pertes de fleurs le jardin de l’oisive.

Une tige, où le vent vagabond se repose,

Courbe le salut vain de sa grâce étoilée,

Dédiant magnifique, au vieux rouet, sa rose.

Mais la dormeuse file une laine isolée ;

Mystérieusement l’ombre frêle se tresse

Au fil de ses doigts longs et qui dorment, filée.

Le songe se dévide avec une paresse

Angélique, et sans cesse, au doux fuseau crédule,

La chevelure ondule au gré de la caresse…

Derrière tant de fleurs, l’azur se dissimule,

Fileuse de feuillage et de lumière ceinte :

Tout le ciel vert se meurt. Le dernier arbre brûle.

Ta sœur, la grande rose où sourit une sainte,

Parfume ton front vague au vent de son haleine

Innocente, et tu crois languir… Tu es éteinte

Au bleu de la croisée où tu filais la laine.

TRADUZIONE IN ITALIANO (by francesefacile.altervista.org/blog)

Seduta, la filandaia nel blu della crociera

In cui il giardino melodioso dondola la testa;

L’arcolaio antico che ronza l’ha inebriata.

Smette, dopo aver bevuto l’azzuro, di filare la morbida

Matassa, alle sue dita così delicate evasiva,

Ella sogna, e la sua testolina si inclina.

Un arbusto e l’aria pura fanno una sorgente viva

Che, sospesa nel giorno, deliziosa annaffia

Delle sue perdite di fiori il giardino dell’oziosa .

Uno stelo, in cui il vento vagabondo si riposa,

Curva lo saluta vano della sua grazia stellata,

Dedicando magnifica, al vecchio arcolaio, la sua rosa.

Ma la dormiente fila una lana isolata;

Misteriosamente l’ombra esile si intreccia

Al filo delle sue dita lunghe e che dormono, filata.

Il sogno si srotola con un’apparenza

Angelica, e senza posa, al dolce fuso credulone,

La capigliatura ondula al grado della carezza…

Dietro tanti fiori, l’azzurro si dissimula,

Filandaia di fogliama e di luce cinta:

Tutto il cielo verde si muore. L’ultimo albero brucia.

Tua sorella, la grande rosa in cui sorride una santa,

Profuma la tua fronte al vento del suo alito

Innocente, e tu credi languire…Tu sei spenta

Al blu della crociera dove filavi la lana.

Note bibliografiche:

[1] “Littérature et civilitation français” di G.F. Bonini e M-C. Jamet sous la direction de G. Freddi, Valmartina, 1994, Torino, volume 2, pag. 270.

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