PREPARAZIONE DELLO CHAMPAGNE

Lo champagne, il più famoso vino della Francia (molto spesso erroneamente equiparato allo spumante italiano, anche se si tratta di due vini frizzanti diversi), richiede una preparazione molto lunga per diventare limpido, frizzante e avere quel gusto così gradevole che tutti noi amiamo.

(Se sei interessato ai vari tipi di VINI E CHAMPAGNE, vai alla pagina di cui questa è appendice: là troverai tante curiosità in più sullo champagne, come i vari tipi esistenti, il suo inventore e come gustarlo al meglio).

Lo champagne si chiama così perché si coltiva appunto nell’area dello Champagne-Ardenne, a 150 chilometri a est da Parigi. Qui si trova il vigneto “champenois” che è diviso in quattro aree: la Montagne de Reims, la Vallée della Marne, la Côte des Blancs e la Côte des Bar, per un’estensione di circa 75.000 ettari. In queste zone si coltivano il vino (o vitigno) bianco Chardonnay e i vini neri Pinot Meunier e Pinot Nero.

Lo champagne viene prodotto attraverso una metodica particolare chiamata metodo francese, o classico o champenoise, la quale prevede diversi passaggi.

Dopo la vendemmia di metà settembre, il mosto appena prodotto viene versato in grossi tini a cui sarà aggiunto il lievito Saccharomyces Cerevisiae. 

Successivamente, il mosto viene imbottigliato e lasciato fermentare per almeno due anni in alcune cave di gesso (caves de craie) che sono tipiche di questa regione, la quale presenta infatti un sottosuolo calcareo. Durante questo periodo di tempo, resterà chiuso ermeticamente a una temperatura costante di 10 gradi centigradi (°C), non di più, non di meno.

Passati i due anni di fermentazione, ciascuna bottiglia verrà girata col collo verso il basso e inserita all’interno di alcune tavole di legno speciali (pupîtres), che permettono loro di essere girate in maniera alternata per garantirne la limpidezza del vino ed evitare che il deposito si raccolga sul fondo. Per fare questo, è necessario un professionista chiamato “remueur”, che ha il compito di far fare alle bottiglie da un quarto a un ottavo di giro, in modo che il deposito sul fondo scivoli via e vada verso il tappo. Questa operazione si chiama “remuage” e, sebbene venga ancora svolta manualmente in alcune cave, oggi è diventata una procedura automatica attraverso l’uso del “gyro-palette”. Questo dispositivo ha ridotto notevolmente non solo la fatica, ma anche il tempo dell’operazione: da un mese e mezzo a una settimana.

Dopo questa fase, inizia quella che si chiama “dégorgement”, dove la bottiglia viene stappata per far uscire il deposito che è colato verso il tappo.

Una volta uscito il deposito, si deve aggiungere il “liqueur” prodotto dalla mescolanza tra zucchero e vino, per creare le bollicine (perlage) dello champagne. Questa fase si chiama “dosage”.

Infine, lo champagne verrà imbottigliato nuovamente con un tappo di sughero (liège) chiuso da una museruola metallica e venduto in più aree della Francia.

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