RICHARD DE FOURNIVAL E IL BESTIARIO D’AMORE

Richard de Fournival (scritto anche Richart de Fornival) è stato un importante scrittore, poeta e scienziato francese del XIII secolo. Oltre che alla letteratura, infatti, si interessò anche all’astronomia, alla matematica, all’alchimia e soprattutto alla medicina.

Frequentatore della corte di Francia sotto Filippo Augusto e Luigi IX, fu inoltre cappellano e cancelliere della chiesa di Amiens, sua città natale secondo le fonti ufficiali, sebbene sia dubbio se il suo nome derivi dalla cittadina francese di Fournival, sempre nella regione Alta Francia.

L’unicorno nei bestiari medievali.

Nato nel 1201 e sepolto ad Amiens nel 1260, è autore di numerose opere scritte sia in lingua d’oïl (ma già molto più simile al francese rispetto alla lingua del XII secolo) che in latino, sia in prosa che in poesia. Per l’epoca in cui scrisse e per la lingua da lui utilizzata, è annoverato tra i Trovieri francesi, sebbene le sue opere più famose in volgare non abbiano come soggetto le imprese epiche di eroi e cavalieri del ciclo carolingio oppure bretone (vai alla pagina sulla Chanson de Geste per saperne di più), bensì il tema amoroso.

In latino scrisse principalmente opere dedicate alle scienze, mentre in lingua volgare scrisse quello che è considerato il suo capolavoro per eccellenza: il “Bestiario d’amore” (Bestiaire d’amour, o in francese volgare: Li Bestiaires d’amours, titolo originale dell’opera).

Il leone nei bestiari medievali.

Questo testo, in prosa, è datato intorno al 1252. Come tutti i bestiari medievali, si tratta di una raccolta, o più propriamente elenco, di tutti gli animali esistenti al mondo (più quelli oggi considerati “mitologici”) con descritte le loro caratteristiche principali. I bestiari medievali si affiancavano ai lapidari (raccolte sulle rocce) e agli erbari (raccolte sulle piante), che insieme descrivevano tutte le caratteristiche dei tre regni aristotelici: minerale, vegetale e animale.

Nel Bestiario d’Amore, sono descritti più di cinquanta animali, e questi vengono utilizzati per creare paragoni e similitudini con alcuni comportamenti umani, soprattutto comportamenti amorosi. Tra gli animali descritti, il più famoso è senza dubbio l’unicorno, all’epoca considerato un animale realmente esistente e simbolo della purezza. L’intento dell’opera è convincere la donna amata dallo scrittore a cedere alle sue profferte amorose attraverso queste descrizioni molto fantasiose, basate sulle scarse conoscenze zoologiche del Medioevo, estremamente diverse da quelle moderne frutto degli studi scientifici ottocenteschi e di fine Settecento. Nei bestiari (e il Bestiario d’Amore non fa eccezione) scienza e superstizione, magia e religione, si fondono fra loro creando un risultato estremamente affascinante e divertente.

La manticora nei bestiari medievali.

Altre opere dell’autore scritte in volgare sono i Commens d’Amour, la Puissance d’Amour (di dubbia autenticità) e il Consaus d’Amours, dove di nuovo compaiono similitudini zoologiche come nel Bestiario. Molto famosa è anche l’opera Amistiés (“Amicizie” in francese volgare), chiamato anche “De amicitia christiana”.

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