SERIE ANIMATE SULLA RIVOLUZIONE FRANCESE

Storia delle due più famose serie TV animate giapponesi ambientate durante la Rivoluzione Francese: “Lady Oscar” e “Il Tulipano Nero”, capolavori immortali che hanno ispirato intere generazioni facendo conoscere, soprattutto in Italia, tutti i protagonisti dell’evento storico.

Molti sono i film dedicati alla Rivoluzione Francese del 1789 e alla regina Maria Antonietta, considerata la principale responsabile degli eventi che portarono allo scoppio di questo sanguinoso ed epocale evento storico.

Ma oltre alle pellicole cinematografiche, negli anni ’70 e ’80 del Novecento ebbero grande successo due serie animate giapponesi che vennero trasmesse in diversi Paesi stranieri tra cui anche la Francia. Le due serie narravano gli eventi della rivoluzione – e la vita dell’ultima regina di Francia – mescolando tra loro verità è fantasia. Tra tutti i Paesi in cui andarono in onda, però, ebbero maggiore successo soprattutto in Italia.

La più famosa delle due è la serie dal titolo “LADY OSCAR”, il cui nome originale giapponese è “Berusaiyu no bara”, cioè “Le rose di Versailles” (a volte erroneamente tradotta “La rosa di Versailles”).

La serie, scritta da Riyoko Ikeda, trae spunto dalla biografia dello scrittore austriaco Stefan Zweig (1881 – 1942) dal titolo “Maria Antonietta – Una vita involontariamente eroica”, pubblicata nel 1932 (vai alla pagina su STEFAN ZWEIG che trovi nel blog di lingua e cultura tedesco-austriaca “Parliamo Tedesco” per avere maggiori informazioni su di lui).

Inizialmente, la storia venne pubblicata a fumetti sulla rivista giapponese “Margaret” tra il 1972 e il 1973, e la protagonista era Maria Antonietta. La prima TV giapponese, in forma di cartone animato, è del 1979 della Tokyo Movie Shinsha, quella italiana del 1982 e da allora trasmessa più volte nel corso degli anni, stavolta con Lady Oscar – che nel fumetto è un personaggio secondario – divenuta la protagonista assoluta. Dal 1990 il titolo italiano della serie è “Una spada per Lady Oscar”.

In Giappone, il cartone animato ebbe assai meno successo del fumetto, mentre il pubblico italiano – anche per lo straordinario doppiaggio che venne fatto dalla CITIEMME Registrazioni Sonore e per le due splendide sigle che vennero composte da Riccardo Zara ed Enzo Draghi – accolse la serie con grandissimo fervore.

La storia ripercorre gli eventi storici che dal 1770 (anno in cui Maria Antonietta divenne Delfina di Francia) portarono alla Presa della Bastiglia nel 1789, e tutto questo attraverso le vicende di Oscar François de Jarjayes, ovvero Lady Oscar.

Oscar è un’eroina di grande tempra morale costretta a vivere la vita di un uomo per volere di suo padre, il dispotico e monarchico generale Jarjayes, il quale, non avendo avuto figli maschi, le ha dato un nome da uomo e le ha impartito un’educazione militare.

All’inizio della storia, Oscar è infatti il capitano delle guardie reali della corte di Versailles e più intima amica di Maria Antonietta, da poco sposata col futuro Luigi XVI. Come suo padre, anche Oscar si schiera inizialmente a favore della monarchia e dell’ordine costituito, ma con il passare del tempo, però, comincerà a dubitare fortemente della giustizia del sistema e a disdegnare il comportamento della nobiltà verso il popolo di Francia, tanto da abbracciare in pieno la causa rivoluzionaria. Alla fine, volterà le spalle alla famiglia per diventare comandante dell’esercito rivoluzionario, che guiderà addirittura nella Presa della Bastiglia, evento nel quale perderà tragicamente la vita.

Il personaggio di Lady Oscar vive pienamente immerso nella sua epoca, coinvolto in tutti i più importanti eventi storici che hanno segnato la Francia durante il regno di Maria Antonietta e Luigi XVI, come l’ Affare della Collana, la morte di Luigi XV e del Delfino Luigi Giuseppe, e la proclamazione dell’ Assemblea Nazionale. Agli eventi storici narrati con estrema accuratezza, si intrecciano le vicende della vita privata di Oscar, come ad esempio il suo dilemma tra il vivere una vita da uomo o una vita da donna e il suo amore proibito per l’amante della regina, il conte di Fersen.

In questa serie, personaggi di fantasia e personaggi reali si mescolano con una tale maestria da rendere questo cartone uno dei più rinomati di tutte le serie di animazione giapponese. Il personaggio del padre di Oscar, il generale Jarjayes, si basa egli stesso sul personaggio storico di François Augustin Reynier, conte de Jarjayes (1745 – 1822), fervente difensore della monarchia durante la Rivoluzione Francese. Lady Oscar, invece, si ispira alla figura di Pierre Augustin Hulin (1758 – 1841), generale delle Gardes Françaises che, dopo aver passato la vita a difendere la famiglia reale, fronteggiò impavido i cannoni permettendo ai rivoluzionari di prendere la Bastiglia. Come lui, Oscar ha appunto un doppio nome (Oscar François) e veste abiti maschili pur essendo una donna. Inizialmente, infatti, il personaggio di Oscar avrebbe dovuto essere un uomo, ma alla fine l’autrice decise di farne un personaggio femminile per delinearne meglio la psicologia.

Il titolo “le rose di Versailles” è dovuto al fatto che i sentimenti dei cinque personaggi femminili più importanti, le cui drammatiche vicende finiscono inevitabilmente per intrecciarsi tra loro, vengono rappresentati lungo la serie attraverso cinque tipi diversi di rosa: Oscar è la rosa bianca; Maria Antonietta la rosa rossa; la duchessa di Polignac (chiamata nell’anime “contessa” come era il suo primo titolo) è la rosa gialla; Jeanne Valois dell’Affare della Collana (chiamata nell’anime “Jeanne Ballot”) la rosa nera (assieme alla contessa Du Barry); mentre Rosalie Lamorlière (che nella realtà storica fu l’ultima serva di Maria Antonietta poco prima della morte, e nel cartone è amica di Oscar e narratrice delle sue vicende) il bocciolo di rosa.

Nel 1979, in Francia venne girato un film basato sul fumetto giapponese, dal titolo appunto “Lady Oscar”, diretto da Jacques Demy. In questo film, il personaggio di Oscar è interpretato dall’attrice inglese Catriona MacColl, mentre Maria Antonietta è interpretata dall’attrice austriaca Christine Böhm, che perse la vita in un incidente stradale lo stesso anno in cui uscì il film.

Il secondo anime giapponese più famoso sulla Rivoluzione Francese è “IL TULIPANO NERO”, di poco precedente al primo: la serie TV, creata da Mitsuru Kaneko, è datata 1975, anche se in Italia venne trasmessa la prima volta solo nel 1984, molto probabilmente sulla scia dell’incredibile successo di “Lady Oscar”.

Benché il titolo ricordi il romanzo omonimo di Alexandre Dumas padre, scritto nel 1850 con la collaborazione di Auguste Marquet, la trama dell’anime è del tutto differente: narra di Simone Lorène, piccola fioraia di Parigi, che negli anni del regno di Luigi XVI lotta per proteggere i poveri e i deboli dai soprusi della nobiltà come eroina mascherata dal nome “Stella della Senna”. Proprio “Stella della Senna” (Ra Senu no Hoshi) è il titolo giapponese della serie prodotta da UnimaxSunrise. Il Tulipano nero, sebbene dia il titolo al cartone in italiano, è un personaggio secondario all’interno della storia, e precisamente il fratello adottivo di Simone, Robert, che combatte anch’egli mascherato per difendere i bisognosi. Questo perché Simone è in realtà un’orfanella adottata da due fiorai, che solo alla fine scoprirà di essere invece la sorellastra di Maria Antonietta, e quindi di avere nobili origini.

Dopo aver passato anni a combattere contro la monarchia (la storia si svolge nell’arco di nove anni, dal 1780 al 1789), Simone non solo si scoprirà appartenente alla famiglia reale, ma prometterà anche alla stessa Maria Antonietta di prendersi cura dei suoi due figli sopravvissuti: Maria Teresa e Luigi Carlo.

Anche in questa serie, personaggi reali e fantastici si intrecciano, ma volutamente con meno maestria rispetto a “Lady Oscar”, poiché l’intento de “Il Tulipano nero” è diverso: non vuole essere un anime di carattere storico, ma narrare le vicende fantastiche di un’eroina dalla parte dei più deboli.

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