CALENDARIO RIVOLUZIONARIO

Il calendario (calendrier) rivoluzionario (o Repubblicano) fu adottato dai rivoluzionari francesi a partire dal 22 settembre 1792, anno della proclamazione della Repubblica, per sancire la fine della monarchia e del sistema feudale in Francia.

L’antico calendario, quello che dava ai mesi il nome di una divinità pagana (gennaio, febbraio, marzo, ecc.), era considerato il frutto di una società antiquata, piena di superstizioni e soprattutto ancora legata al concetto di “diritto divino” e al sistema feudale che ormai erano caduti. Si sentiva pertanto l’esigenza di modificare questo sistema di scansione temporale sostituendovi una forma di conteggio basata sulla scienza e sulla razionalità, ma soprattutto sulla natura e sulla realtà dei fatti.

La Rivoluzione Francese, infatti, era nata sotto la spinta delle innovazioni della scienza e della tecnica raggiunte nel XVIII secolo. Tali innovazioni, avevano permesso la nascita del movimento filosofico e culturale chiamato ILLUMINISMO, il quale, in nome della razionalità e dell’intelletto, difendeva la libertà di parola, pensiero e azione ponendo le basi di una nuova democrazia. Inoltre, predicava l’uguaglianza sociale di tutti gli esseri umani e il ritorno al cosiddetto “stato naturale”, ossia a un atteggiamento primordiale, innocente e quasi infantile verso il mondo, lo stesso che – secondo gli Illuministi – era proprio dell’uomo prima che le società più avanzate ne alterassero lo spirito; in altre parole, costituiva l’atteggiamento reale e naturale di tutti gli esseri umani.

L’Illuminismo aveva contrassegnato l’ideologia su cui si era basata la Rivoluzione. In conformità al pensiero “illuminato“, perciò, era necessario introdurre un calendario scevro da superstizioni e convenzioni sociali, basato invece sul naturale scorrere del tempo e delle stagioni, nonché sui cicli del raccolto.

Questo calendario fu stilato da importanti studiosi, di cui il più famoso fu Gilbert Romme.

Venne completamente abolito dal 1° gennaio 1806 per opera di Napoleone Bonaparte, e al suo posto venne ripristinato quello tradizionale che è ancora oggi in uso in Francia.

Nel calendario rivoluzionario ogni mese era indicato con un suffisso diverso a seconda della stagione di appartenenza:

  • ALE (- AL in francese) per i mesi primaverili
  • IDORO (- IDOR in francese) per i mesi estivi
  • AIO (- AIRE in francese) per i mesi autunnali
  • OSO (- ÔSE in francese) per i mesi invernali

Così erano dunque chiamati i mesi:

  • GERMINALE (dal 21 marzo al 19 aprile)
  • FLOREALE (dal 20 aprile al 19 maggio)
  • PRATILE (dal 20 maggio al 18 giugno)
  • MESSIDORO (dal 19 giugno al 19 luglio)
  • TERMIDORO (dal 10 luglio al 17 agosto)
  • FRUTTIDORO (dal 18 agosto al 16 settembre)
  • VENDEMMIAIO (dal 22 settembre al 21 ottobre)
  • BRUMAIO (dal 22 ottobre al 20 novembre)
  • FRIMAIO (dal 21 novembre al 20 dicembre)
  • NEVOSO (dal 21 dicembre al 19 gennaio)
  • PIOVOSO (dal 20 gennaio al 18 febbraio)
  • VENTOSO (dal 19 febbraio al 20 marzo)

In francese, questi mesi si chiamavano:

  • Germinal
  • Floréal
  • Prairial
  • Messidor
  • Themidor
  • Fructidor
  • Vendémiaire
  • Brumaire
  • Frimaire
  • Nivôse
  • Pluviôse
  • Ventôse

Dal momento che la prima Repubblica francese era stata proclamata il 22 settembre (1° vendemmiaio) 1792, questa data venne a indicare l’inizio ufficiale del calendario rivoluzionario (anno 1). Da quel momento, il primo giorno dell’anno smise anche di essere il 1° gennaio e venne sostituito dal 1° vendemmiaio, un giorno che cadeva, a seconda degli anni, tra il 22 e il 24 settembre rispetto al calendario tradizionale, e coincideva dunque con l’equinozio d’autunno.

Contrariamente al calendario tradizionale, ogni mese durava 30 giorni precisi, per un totale di 360 giorni dell’anno. Per fare in modo che i giorni dell’anno fossero 365, dal 17 al 22 settembre venivano festeggiati 5 giorni di festa aggiuntivi chiamati Sanculottidi (Sans-culottides) o Giorni complementari (Jours complémentaires), che non rientravano in alcun mese e che erano esattamente:

  • 17 settembre: Giorno della virtù
  • 18 settembre: Giorno del genio
  • 19 settembre: Giorno del lavoro
  • 20 settembre: Giorno dell’opinione
  • 21 settembre: Giorno delle ricompense
  • 22 settembre: Giorno della rivoluzione

Quest’ultimo giorno (Giorno della Rivoluzione) veniva festeggiato solo negli anni bisestili. Negli anni non bisestili, la festa non esisteva, e il 22 settembre aveva inizio il mese di “vendemmiaio”.

Al posto delle settimane, vennero introdotte le decadi (periodo di 10 giorni), per un totale di tre decadi per ciascun mese.

Vennero inoltre modificate anche le ore: al posto di 24 ore composte ciascuna da 60 minuti di 60 secondi, vennero utilizzate 10 ore composte ciascuna da 100 minuti, ognuno di 100 secondi.

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