L’AFFARE DREYFUS

(Scritto da Elisa Quaglia)

L’affare Dreyfus (Affaire Dreyfus) fu un importante scandalo politico che scoppiò in Francia in un’epoca di grande benessere, ossia quando il Paese, attraverso importanti riforme sociali, aveva stabilito il suffragio universale (maschile), l’istruzione obbligatoria e il riconoscimento dei sindacati dei lavoratori. Erano infatti gli anni appena precedenti la Belle Époque, uno dei periodi storici più stabili e sereni della storia dell’umanità.

Nonostante una società così apparentemente civile e di mentalità aperta a progresso e innovazioni, in quello stesso periodo iniziava a nascere in Francia una forte corrente antisemita, che fu poi responsabile dell’instaurazione del governo di Vichy collaborante in Francia col regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945).

A causa di ciò, alla fine dell’Ottocento il Paese si spaccò letteralmente “in due” per via dell’increscioso “affare Dreyfus” che ebbe luogo dal 1894 al 1906, prima della Grande Guerra che prese il nome, successivamente, di Prima Guerra Mondiale. I fatti avvennero all’epoca della Terza Repubblica francese (1871-1940).

Si ricorda che la Prima Repubblica fu quella istituita dopo la Rivoluzione Francese nel 1792, la quale terminò nel 1804 con il Primo Impero francese comandato da Napoleone Bonaparte. La Seconda Repubblica fu istituita dal 1848 (anno dell’abdicazione di Luigi Filippo II di Borbone-Orléans) al 1852, anno in cui fu ripristinato l’impero con Napoleone III (vai anche alla pagina “REPUBBLICHE E IMPERI DI FRANCIA“). La Terza Repubblica ebbe invece inizio nel 1871, dopo l’abdicazione di Napoleone III in seguito alla sconfitta nella battaglia di Sedan (Guerra franco-prussiana).

Alfred Dreyfus era un ufficiale alsaziano di origine israelita che lavorava al Ministero della Guerra, il quale fu accusato di alto tradimento, degradato e condannato all’esilio alla Caienna a causa di un complotto ordito contro la sua persona per ragioni di antisemitismo. Lo si accusava di avere rivelato importanti informazioni segrete militari a un ufficiale tedesco, dopo il ritrovamento, presso l’ambasciata tedesca di Parigi, di un biglietto (bordereau) scritto da un ufficiale francese all’ufficiale Maximilian Von Schwartzkoppen. Il biglietto fu trovato da un’agente del controspionaggio francese in incognito, che era stata assunta all’ambasciata come donna delle pulizie: Marie Bastian.

A quell’epoca, in Francia, oltre alla grande ondata di antisemitismo, vi era molto risentimento verso la Germania e, in seguito a diverse sconfitte subite dal Paese per mano di quest’ultima (come appunto la battaglia di Sedan contro la Prussia e la perdita dell’Alsazia e della Lorena, che erano state assegnate al territorio tedesco), da tempo veniva nutrito il sospetto che vi fossero dei traditori all’interno dei vari reggimenti, colpevoli di riferire importanti informazioni militari al nemico.

Nonostante il biglietto ritrovato non desse alcuna indicazione sull’ufficiale francese colpevole del tradimento, fu subito fatto il nome di Dreyfus per diverse ragioni: si trattava di un giovane ufficiale, appena entrato nell’esercito – e quindi senza alcuno che potesse parlare in sua difesa -con un cognome straniero e per di più di razza ebraica.

Il giovane venne condotto di fronte ai suoi superiori e poi davanti al tribunale militare, che lo condannò all’esilio a vita. Famosa fu la cerimonia di degradazione di Dreyfus del 1895, durante la quale la spada gli venne spezzata sulla pubblica piazza. La cerimonia avvenne infatti pubblicamente, sotto lo sguardo di una folla inferocita pronta al linciaggio; ma nonostante l’umiliazione, il giovane capitano si dichiarò sempre innocente da ogni accusa.

DEGRAZIONE DI ALFRED DREYFUS
“La degradazione di Alfred Dreyfus”. Illustrazione di Henri Meyer. Pubblico dominio.

Una volta mandato Dreyfus in esilio nell’arcipelago della Guyana francese, l’opinione pubblica si divise in due fazioni: coloro che appoggiavano il giovane ufficiale e coloro che si schieravano dalla parte degli accusatori. Fra coloro che credettero all’innocenza di Dreyfus vi fu lo scrittore Émile Zola, già autore del celebre romanzo “Nanà”: questi pubblicò il famosissimo articolo “J’accuse….!” in cui prese, con molta veemenza, le difese del giovane capitano alsaziano.

Più tardi, nel 1896, il caso fu riaperto. Il colonnello Georges Picquart, che si era già preso cura del caso nel 1894, era stato nominato capo dell’Ufficio Informazioni dello Stato Maggiore, ed era in seguito riuscito a entrare in possesso di una lettera scritta dall’ufficiale tedesco Schwartzkoppen al maggiore francese Ferdinand Walsin Esterhazy. Picquart, accortosi che la grafia della lettera e del famoso bordereau erano identiche, aveva cominciato a nutrire il sospetto che il colpevole del tradimento non fosse Dreyfus, bensì Esterhazy.

Nonostante i tentativi di riabilitare Dreyfus, il governo francese decise di mettere tutto a tacere e di mandare in esilio Picquart. Nello stesso anno, sapute le voci sulla presunta innocenza di Dreyfus, il giornalista di origine ebraica Bernard Lazare scrisse il famoso pamphlet “L’affare Dreyfus- Un errore giudiziario” (“L’affaire Dreyfus – Une erreur judiciaire“).

Nel 1898 il maggiore Hubert Henry ammise di essere stato l’artefice del complotto, mentre Esterhazy di aver scritto il bordereau su ordine del colonnello Sandherr. Henry venne imprigionato e morì suicida in carcere. Dreyfus tornò in Francia nel 1899, dopo un nuovo processo svoltosi a Rennes. La sua figura venne del tutto riabilitata solo nel 1906.

(Tutte le informazioni qui presenti sono di pubblico dominio).

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