L’ARTE NAÏF

Per “arte naïf” o “stile naïf” (dal francese “naïf” = “ingenuo“) si intende una corrente pittorica francese di fine Ottocento che si esaurì, almeno nella sua prima fase, nel 1910. Poiché contemporanea alle tecniche pittoriche chiamate “post-impressioniste“, le quali ebbero vita esattamente nello stesso periodo, anche questa corrente viene collocata all’interno della stessa fase artistica, sebbene non presenti alcun punto in comune con esse. Per questa ragione, alcuni sostengono che l’arte naïf non possa essere annoverata all’interno del Post-impressionismo e che sia semplicemente una corrente indipendente sorta parallelamente ad esso.

Il motivo per cui fu chiamata “naïf”, in senso dispregiativo, deriva dal fatto che i suoi esponenti erano tutti autodidatti e non ricalcavano lo stile di nessun artista fino ad allora conosciuto, a differenza dei Post-impressionisti che si evolsero dagli Impressionisti degli anni ’60 dell’Ottocento e presero spunto inizialmente da artisti avanguardisti come ad esempio Paul Cézanne. In più, il nuovo stile era volutamente infantile e fanciullesco, talora molto simile alle illustrazioni di favole per bambini.

Il principale esponente del naïf fu HENRI ROUSSEAU (1844 – 1910), meglio conosciuto come “IL DOGANIERE” (Le Douanier) per il mestiere che faceva. Come tutti gli esponenti di questo stile, infatti, non fu mai pittore di professione, né frequentò mai alcuna scuola di pittura: si limitava a realizzare dipinti per i suoi amici più cari, come a volte fece anche il pittore suo contemporaneo  Matisse.

Henri Rousseau: “Il sogno” (Le Rêve oppure Le Songe o Rêve exotique) del 1910, conservato al Museum of Modern Art di New York.

Animato tuttavia dalla volontà di esprimere la sua interiorità attraverso la pittura, Rousseau iniziò a dipingere da autodidatta ed espose per la prima volta le sue opere nel 1886, al Salon des Indépendants di Parigi, chiamato così perché, a differenza dei saloni d’arte ufficiali della capitale, chiunque vi poteva esporre le proprie opere senza che fossero selezionate da critici esperti, a patto che si versasse una quota di iscrizione annuale.

Fu così che il “Doganiere” cominciò a far parlare di sé: infatti, nonostante i giudizi sulla sua assenza di tecnica furono all’inizio soprattutto negativi, alcuni seppero lodare la sua capacità di rappresentare il mondo con grande semplicità senza farsi esponente di nessuno stile pittorico precedentemente noto. Le sue raffigurazioni vennero sì considerate infantili per l’epoca – quasi grottesche – ma già anticipavano lo stile del Surrealismo che sarebbe nato negli anni ’20 del Novecento (soprattutto lo stile di Magritte).

L’arte naïf di Rousseau fu anticipatrice anche della dimensione onirica del Surrealismo, attraverso le sue rappresentazioni fiabesche e per nulla fedeli alla realtà, sia dal punto di vista prospettico che cromatico, benché ancora lontane dal surreale propriamente detto. Queste andarono evolvendosi soprattutto negli ultimi anni della vita e dell’attività dell’artista e ottennero l’applauso di molti altri maestri.

Henri Rousseau: ” L’incantatrice di serpenti” (La Charmeuse de serpents) del 1907, conservato al Museo di Orsay di Parigi.

Come Gauguin, Rousseau dipinse spesso figure femminili all’interno di paesaggi esotici, ma questi non erano visti dal vivo, bensì creati dalla sua immaginazione. Il contesto fiabesco delle sue opere – benché rappresentato in maniera realistica – contribuì anch’esso a dare a questo suo stile il nome “naïf”, dal momento che sembrava attingere dalle favole per l’infanzia.

Il suo dipinto più famoso è “Il sogno” (Le Rêve) del 1910, che fu anche una delle ultime opere di Rousseau. Altri dipinti molto importanti furono “L’incantatrice di serpenti” (La Charmeuse de serpents) del 1907 e “La guerra” (o “La cavalcata”) del 1894.

Henri Rousseau: “La Guerra” (La Guerre) del 1894, conservato al Museo di Orsay di Parigi.

L’anello di congiunzione tra lo stile di questo artista e il Surrealismo fu probabilmente l’influenza che il “Doganiere” seppe esercitare sulle opere di Pablo Picasso, che conobbe nel 1908 quando ancora quest’ultimo si trovava nella fase cubista della sua produzione artistica, prima di intraprendere la svolta surrealista. Si pensa inoltre che sia stata soprattutto l’amicizia con Picasso a dare fama a questo pittore, che altrimenti sarebbe a noi sconosciuto.

Rousseau morì nel 1910, ma la corrente “naïf” non si esaurì con lui: ebbe invece grande sviluppo in tutta la prima metà del Novecento con gli artisti Ivan Generalić (1914 – 1992)Séraphine de Senlis (1864-1942) , Louis Vivin (1861 – 1961) e André Bauchant (1873 – 1958).

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