LO CH’TIMI

La regione del Nord-Passo di Calais (Nord-Pas-de-Calais) oggi inglobata assieme alla Piccardia nella regione Alta Francia (Hauts-de France), è la patria di una lingua romanza chiamata “Ch’timi” (pronuncia: Shtimì) o “Ch’ti” (pronuncia: Shtì), molto difficile da comprendere anche per i madrelingua francesi.

Lo “Ch’timi” è un dialetto della zona attorno a Lille (Lilla in italiano), ex capoluogo del Nord-Passo di Calais (regione più settentrionale di tutto il Paese) e oggi capoluogo dell’Alta Francia. Secondo i linguisti, costituirebbe una vera e propria lingua anziché un dialetto, poiché comprende molte espressioni idiomatiche non presenti in francese, anche se apparentemente hanno molti punti in comune. E’ molto simile alla lingua piccarda (picard), tant’è vero che le due etnie si comprendono perfettamente.

Con lo stesso termine “Ch’timi” non si intende solo la lingua, ma anche gli abitanti dell’ex Nord-Pas-de-Calais e in generale del nord della Francia, tutta la zona geografica a confine con il Belgio (vai alla pagina GEOGRAFIA DELLA FRANCIA e ANTICHE REGIONI DELLA FRANCIA per trovare la cartina in cui sono indicate queste aree).

Sembra che il termine sia nato durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918) poiché i soldati provenienti da quella regione, anziché dire “C’est moi” (Sono io), pronunciavano secondo la loro lingua “Ch’est mi”, con la “t” fatta ben risuonare. Una delle caratteristiche dello Cht’mi è infatti quello di pronunciare il suono “s” come il “ch” francese, vale a dire come “sh” inglese.

Tuttavia, questo termine è divenuto famoso in epoca molto recente rispetto alla sua nascita, grazie cioè al film francese del 2008 “Bienvenue chez les Ch’tis” (Benvenuto tra gli Ch’ti”) diretto da Dany Boon (pseudonimo di Daniel Hamidou), nato e cresciuto al Nord-Passo di Calais.

Locandina del film.

 Il film, oggi cult del cinema francese, racconta di un direttore delle poste (l’attore Kad Merad) proveniente dalla calda e ricca regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra che viene trasferito come “atto punitivo” all’ufficio postale di Bergues, città del Nord-Passo di Calais. In poco tempo, si trova ad affrontare da solo le difficoltà di venire catapultato in una realtà molto diversa dall’assolato e sofisticato sud della Francia, e che gli è per giunta pressoché sconosciuta. Sarà aiutato nella scoperta di questa nuova terra e dei suoi usi e costumi proprio dai suoi impiegati, il principale dei quali interpretato dallo stesso regista Dany Boon, con cui nascerà una solida amicizia.

All’interno del film sono sviluppati tutti i cliché che esistono in Francia riguardo alle terre del nord: il clima tremendamente rigido, le casette di mattone rosso, i formaggi dall’odore sgradevole, il consumo di un gran numero di alcolici, di cibi fritti (se sei curioso, vai alla pagina con la ricetta delle FRICADELLES, di cui si fa menzione nel film), e soprattutto gli abitanti provinciali, incolti e dai costumi barbarici. Questo divertentissimo film nasce infatti con l’intento di mostrare che la maggior parte di questi cliché, molto diffusi nelle terre del sud, sono solo pregiudizi infondati e che la popolazione del luogo, benché più povera e meno sofisticata del resto della Francia, ha invece un grande cuore ed è molto cordiale ed ospitale.

Il film in italiano è stato tradotto “Giù al Nord”, poiché il nord della Francia – in particolar modo in questa pellicola – è oggetto di molti pregiudizi riguardo ai suoi usi e costumi proprio come in Italia lo è il sud rispetto alle terre più ricche del Settentrione.

Dopo lo straordinario successo del film in Francia, in Italia è stato fatto un remake nel 2010 dal titolo “Benvenuti al Sud”, diretto da Luca Miniero, con Claudio Bisio e Alessandro Siani nel ruolo dei due protagonisti. Il film italiano ricalca la trama del film francese, stavolta proponendo gli stereotipi che esistono al nord rispetto alle terre del sud Italia.

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