LUIGI XIII E IL CARDINALE RICHELIEU

(Scritto da Elisa Quaglia)

Dopo l’assassinio del re di Francia Enrico IV di Borbone nel 1610, gli successe il figlio primogenito Luigi XIII, di soli nove anni, nato dal suo secondo matrimonio con Maria de’ Medici.

” Luigi XIII “, dipinto di Philippe Champaigne (1630-1639). Immagine di pubblico dominio.

Tra padre e figlio esisteva un legame molto profondo, dovuto anche alla grande apertura mentale che possedeva Enrico IV e che ne faceva un sovrano magnanimo e un padre affettuoso; ma con la madre, che governò in sua vece nei primi anni di regno, il giovane Luigi ebbe sempre un rapporto molto conflittuale a causa del carattere oppressivo e autoritario di quest’ultima. Infatti, nel 1617 fece anche assassinare il suo amante Concino Concini e successivamente fece allontanare la regina madre dal palazzo del Louvre – dimora della famiglia reale – nel castello di Blois, sulla Loira. Negli anni che seguirono, Maria e il figlio si combatterono in diverse guerre civili, la cui più famosa fu quella del 1620, conclusasi con la vittoria di Luigi. 

Nel 1615 il giovane re si sposò con Anna di Spagna (detta anche Anna d’Austria, in quanto sia infanta di Spagna che arciduchessa d’Austria), sempre per volere della madre che cercò di creare una solida alleanza tra Francia e Spagna, nel tentativo di rafforzare il sentimento cattolico nel Paese ancora molto provato dalle guerre civili tra cattolici e ugonotti.

Questo matrimonio non fu affatto felice, anche perché andava palesemente contro il volere di Enrico IV che aveva promesso Luigi sin dalla prima infanzia a Nicoletta di Lorena. In più, nel 1626 la regina cospirò contro il marito (cospirazione di Chalais) per porre sul trono il fratello Gastone, anche se il colpo di stato si rivelò un vero fiasco.

Da Anna d’Austria, Luigi XIII ebbe i figli Luigi Deodato (che salì al trono a soli quattro anni come Luigi XIV) e Filippo.

Come Maria de’ Medici, anche il figlio non applicò alcuna forma di tolleranza verso i protestanti (o ugonotti) che abitavano su suolo francese, e in questo fu istigato soprattutto dal primo ministro e suo fido consigliere, il cardinale Richelieu.

Il cardinale Richelieu, il cui nome per intero era Armand-Jean du Plessis, duca di Richelieu, fu un abile statista e politico, di ideologie profondamente monarchiche e conservatrici. Nel 1621 riuscì anche abilmente a mediare una riconciliazione – seppure molto tiepida – tra Luigi XIII e Maria de’ Medici, che l’anno successivo fu riammessa di conseguenza nel consiglio di Stato.

Tuttavia, nel 1630 la regina madre fu riconosciuta colpevole di un’ennesima cospirazione contro il figlio e fu fatta esiliare a vita a Bruxelles (Belgio). Da lì si trasferì a Colonia (Germania) dove fu ospite del pittore fiammingo Pieter Paul Rubens prima di morire nel 1642.

“Il cardinale Richelieu”, dipinto di Philippe de Champaigne del 1633. Immagine di pubblico dominio.

Il cardinale Richelieu morì nello stesso anno di Maria de’ Medici. Fino ad allora, fu sempre il vero detentore del potere in Francia: Luigi XIII, succube della sua autorità, gli dette presto carta bianca su ogni decisione, sia in politica estera che in politica interna.

Entrato in seminario per un capriccio di sua madre anziché per propria vocazione (il fratello maggiore era stato inizialmente destinato alla carriera ecclesiastica, che rifiutò all’ultimo momento), Richelieu era divenuto prima vescovo di Luçon a soli ventuno anni, e poi cardinale a trentasette. Ma per tutta la vita si dedicò essenzialmente all’attività politica più che a quella ecclesiastica. Due anni dopo la sua ordinazione a cardinale (1624) venne infatti nominato primo ministro francese, ruolo che seppe assolvere egregiamente per i diciotto anni successivi, in virtù delle sue straordinarie abilità politiche.

Il suo progetto, fin dall’inizio, fu quello di rafforzare sempre di più la monarchia e il potere della Francia in Europa. Per fare questo, fece in modo da espandere le conquiste francesi in America del Nord (Canada), America centrale e del Sud (Antille e Guyana) e in Africa (Senegal).

Convinse inoltre il re a esercitare una fortissima repressione contro gli ugonotti, differentemente da quanto aveva fatto suo padre Enrico IV, ugonotto di nascita e convertitosi poi al cattolicesimo. Grazie alla sua astuta diplomazia, Richelieu riuscì a indebolire la fazione ugonotta senza mai arrivare allo scontro diretto, alternando abilmente restrizioni e concessioni verso i protestanti.

Nel 1620 vi era già stato un lungo assedio contro la città ugonotta di Montpellier ad opera dell’esercito francese, a cui era seguito nel 1622 l’editto che porta lo stesso nome, e col quale era stata riconosciuta la libertà di commercio con l’estero solamente agli ugonotti di La Rochelle e Montauban. Nel 1628, sotto la guida di Richelieu, l’esercito del re di Francia riuscì a espugnare anche la roccaforte ugonotta di La Rochelle, sull’Atlantico, dopo quattordici mesi di assedio, ponendo fine una volta per tutte agli scambi commerciali tra gli ugonotti francesi e l’Inghilterra. Poi, nel 1629, il cardinale convinse il re a emanare l’editto di grazia (o pace di Alais) con il quale si lasciava agli ugonotti la libertà  di culto privando però la loro fazione di ogni potere politico.

In più, Richelieu insistette perché la Francia partecipasse alla Guerra dei Trent’Anni (1618 – 1648) che si combatté tra gli Stati protestanti e cattolici europei, e in particolare alla sua ultima fase chiamata appunto “fase francese” (1635-1648). Durante il conflitto, Richelieu prese alcune decisioni che andavano apertamente contro il volere di Maria de’ Medici, come lo schierarsi contro la coalizione filo-asburgica di cui faceva parte la Spagna, e lo spingere il duca di Savoia a rompere l’alleanza con quest’ultima durante la guerra di successione di Mantova e del Monferrato (1628-1630), che fu un’altra importante fase della Guerra dei Trent’anni. Queste iniziative misero definitivamente in crisi la delicata intesa tra Spagna e Francia che la regina madre era riuscita a mediare, tanto che quest’ultima complottò negli anni a venire per destituire Richelieu, ma senza alcun successo.

“Maria de’ Medici”, di Frans Pourbos il giovane (1606). Immagine di pubblico dominio.

Non solo, ma tutto ciò compromise anche il matrimonio di Luigi XIII con Anna d’Austria, che era spagnola da parte di padre e austriaca da parte di madre. Tutto questo, tuttavia, riuscì a rafforzare il potere della Francia, la quale, dichiarando guerra alla cattolica Spagna e al cattolico Sacro Romano Impero per allearsi con la Svezia e la Danimarca, di fede protestante, riuscì ad annettere entro i suoi confini anche l’Alsazia, la Lorena, il Rossiglione e l’Artois.

La vittoria della Francia ebbe dunque degli effetti molto rilevanti: determinò il suo affermarsi come grande potenza mondiale e, non meno importante, l’annientamento della “minaccia asburgica” sui territori europei. La guerra, tuttavia, non venne conclusa da Richelieu – che morì nel 1642 prima di vederne la fine – ma dal suo successore il cardinale Giulio Raimondo Mazzarino.

(Per saperne di più, vai alla pagina su LA GUERRA DEI TRENT’ANNI del blog di Parliamotedesco.altervista.org).

Per quanto riguarda la politica interna, il cardinale Richelieu operò con molta severità anche per ridurre l’autorità e le rivolte dei nobili francesi, che andavano chiedendo sempre più privilegi e si opponevano fortemente alla centralizzazione del potere. Richelieu non esitò a ricorrere anche alla condanna capitale al fine di sedare ogni forma di rivolta, e fece inoltre vietare qualsiasi forma di duello imponendo una grandissima austerità in tutto il Paese.

Durante il regno di Luigi XIII, la Francia iniziò ad avvertire le prime avvisaglie di crisi economica, proprio nel momento in cui il Paese si trovava all’apice della stabilità politica. Le figure di Luigi XIII, e soprattutto del cardinale Richelieu, divennero presto molto invise ai nobili di Francia, i quali, durante i primi anni di regno di Luigi XIV, dettero vita al movimento politico noto come “Fronda“, il quale mirava a opporsi al dispotismo esercitato dalla famiglia reale. Tuttavia, Luigi XIII passò alla storia col soprannome “il giusto” grazie alla grande diplomazia che sia lui che il suo primo ministro furono in grado di esercitare.

Un anno dopo la morte di Richelieu, anche Luigi XIII morì, per cause intestinali poco note. La morte sopraggiunse proprio lo stesso giorno in cui era morto Enrico IV: il 14 maggio.

Al cardinale Richelieu è oggi dedicata un’intera ala del museo del Louvre, l’antica residenza dei re di Francia prima della costruzione della reggia di Versailles; in più, è a lui che si deve la fondazione del comune di Richelieu nel 1631, e dell’Accademia francese delle scienze nel 1635.

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