LA NOUVELLE VAGUE

Con il termine “Nouvelle Vague” (Nuova ondata) si intende un movimento cinematografico degli anni ’60 che ha rivoluzionato l’industria del cinema francese, dando una nuova spinta che ha cambiato per sempre il cinema odierno internazionale.

Furono esponenti del movimento i registi: François Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, Claude Chabrol e Éric Rohmer. A questi si aggiunsero anche i documentaristi Alain Resnais e Chris Marker.

Locandina del film “Hiroshima mon amour” di Alain Resnais (1959).

La Nouvelle Vague nacque in Francia a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, quando il cinema europeo stava ormai diventando un degno avversario di Hollywood. In questo periodo, proprio per suscitare l’attenzione del pubblico e consolidare la propria importanza, il cinema francese cominciò a farsi ripetitivo, sia a livello di trama che di interpreti. Così è quanto si affermava nella celebre rivista “Cahiers du cinéma” fondata André Bazin, la più importante pubblicazione cinematografica di quel periodo.

I registi che fecero parte del nuovo movimento si ribellarono proprio a questo, ossia all’esistenza di un cinema standardizzato, per proporre film innovativi che, seppure a minor costo, fossero ricchi di contenuto e di spessore sociale, ma soprattutto avessero dentro l’impronta inconfondibile del proprio regista, al pari di come già avevano fatto Alfred Hitchcock e Jean Renoir.

Il nome “Nouvelle Vague” non fu dato dai registi al proprio movimento, bensì apparve per la prima volta nel 1957 nel settimanale “L’Express”, in un articolo scritto da Françoise Giroud (3 ottobre 1957), per poi venire ripreso nella rivista “Cinéma” l’anno successivo, in un articolo di Pierre Billard. La fama di queste due importanti pubblicazioni fece sì che il nome si consolidasse al Festival di Cannes del 1958 e del 1959. In tale occasione, i due principali film della “Nouvelle Vague” furono “Hiroshima mon amour” di Alain Resnais e “I quattrocento colpi” di François Truffaut.

Locandina del film “I quattrocento colpi” di François Truffaut (1959).

La “Nouvelle Vague” comprende una serie di film che vanno dal 1958 al 1965.

Il suo vero manifesto viene considerato il film “Fino all’ultimo respiro” (À bout de souffle) del 1960 diretto da Jean-Luc Godard, con Jean Seberg e Jean-Paul Belmondo.

Locandina del film “Fino all’ultimo respiro” di Jean-Luc Godard (1960).

Le caratteristiche principali dei film della “Nouvelle Vague” sono: un basso costo di produzione, frequenti riprese in location esterne e l’interpretazione da parte di attori anche sconosciuti, molti di questi esordienti.

Spesso si utilizzava la telecamera senza cavalletto, la pellicola da 16 mm aziché 35 e non era raro che gli attori improvvisassero, creando anche dei tempi di recitazione morti che sono caratteristici della “Nouvelle Vague”. I tagli di regia, poi, potevano avvenire anche mediante tagli interni (jump cut) e senza maestria, in modo che spesso non ci fosse un filo logico tra una scena e l’altra.

Per quanto riguarda le trame, i nuovi film iniziarono a parlare della vita di tutti i giorni, della gente comune, di persone in cui lo spettatore poteva rivedersi, ma allo stesso tempo riflettevano sui grandi temi della vita quotidiana. Per questo era essenziale che i protagonisti fossero persone sconosciute e non grandi attori già affermati. Per avvicinarsi ancora di più allo spettatore, in alcune scene si guardava direttamente in camera.

Questo movimento cinematografico, benché si sia esaurito molto velocemente, ha cambiato per sempre il volto del cinema intrernazionale.

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