IL BALLETTO

Questa pagina è dedicata alle origini del balletto in Francia e nel mondo. Il balletto classico è una disciplina artistica di grandissima importanza in questo Paese, nata nel XVI secolo alla corte del re di Francia. In un’altra pagina, appendice di questo argomento, sono disponibili informazioni sul TEATRO DELL’OPERA di Parigi, sede di una delle più famose compagnie di ballo del mondo (il Ballet de l’Opéra national de Paris).

Il balletto classico (le ballet), ovvero la danza classica, ebbe origine a Milano nel XVI secolo, ma fu soprattutto in Francia nel XVII e XVIII secolo che tale arte si affermò pienamente presso la corte e i teatri più prestigiosi. Nell’Ottocento, poi, grazie al contributo di artisti francesi e italiani, questo tipo di danza subì numerose evoluzioni ed assunse le caratteristiche che presenta ancora oggigiorno.

L’inventore del balletto classico fu il musicista italiano Baldassarre Baltazarini da Belgioioso (noto in Francia come “Balthazar de Beaujoyeulx”), che venne chiamato alla corte francese dalla regina italiana Caterina de’ Medici, moglie del re Enrico II.

Come coreografo ufficiale dei balletti che venivano allestiti presso la reggia, Baldassarre Baltazarini presentò alle loro maestà il suo primo spettacolo di successo nel 1573, il famoso “Ballet des polonais” (Balletto dei polacchi); ma fu solo nel 1581 che il compositore riuscì a mettere in scena quello che fu il primo vero balletto classico della storia, chiamato “Ballet comique de la reine” (Balletto comico della regina), in onore di Caterina de’ Medici.

“Le ballet comique de la reine”, del 1581. Incisione conservata al museo del Louvre (folio, Paris, Mamert Patisson, 1582.)

Il successo dei passi di danza inventati da Baldassarre Baltazarini portarono nel 1661 alla fondazione dell’Académie Royale de la Danse di Parigi, sotto il regno di Luigi XIV il Re Sole. All’epoca in cui la Francia traboccava di celebri compositori, infatti, il balletto cominciò ad affermarsi come l’unica forma d’arte che potesse celebrare degnamente la musica composta da tali musicisti, il tutto attraverso movimenti aggraziati del corpo. Era quindi necessario che i ballerini imparassero adeguatamente tutte le tecniche essenziali per tale fine frequentando una scuola apposita.

Nel 1669, sotto insistenza del ministro delle finanze, Jean-Baptiste Colbert, venne fondata anche l’ Académie Royale de Musique, poi fusa in una sola nel 1671. L’accademia aveva sede nel Teatro dell’Opéra di Parigi, dove venivano eseguiti gli spettacoli più importanti.

A dirigere la nuova accademia fu preposto nientemeno che il maestro di ballo del re, Pierre Louis de Beauchamps. A lui si deve la denominazione dei passi di danza, nonché la scelta delle cinque posizioni classiche (chiamate appunto “prima, seconda, terza, quarta e quinta posizione”). Per questo motivo, tutt’oggi il “linguaggio” della danza classica è il francese, e i suoi passi sono tutti in questa lingua: Chassé, Plié, Arabesque, Pas-de-chat, Coup-de-pied, Allongé, Pirouette, Rond-de-jambe sono solo alcuni dei più celebri passi di danza inventati da Beauchamps.

Inizialmente, solo agli uomini era permesso cimentarsi nel ballo, e quindi di frequentare l’accademia, poiché la danza classica era considerata troppo scostumata per le donne, alle quali non era assolutamente consentito mostrare le gambe in pubblico. La prima ballerina che si esibì nella danza classica fu Mademoiselle La Fontaine, nel 1681, con l’opera “Le Triomphe de l’Amour” (Il trionfo dell’amore) del celebre compositore Jean-Baptiste Lully (nome italiano Giovanni Battista Lulli, nato a Firenze e poi naturalizzato francese) ispirata alla famosa commedia scritta da Pierre de MarivauxGrazie alla femminilità ed eleganza che riuscì a mostrare sul palco, la giovane ballerina convinse i benpensanti ad aprire le porte dell’Accademia di danza anche alle donne, non senza ricevere però molte critiche da parte di tanti altri che la portarono a ritirarsi in convento alla fine della sua carriera.

“Il trionfo dell’amore”, dipinto dell’opera di Gassmann su libretto di Metastasio.

Sebbene da quel momento in poi anche le donne fossero ammesse al balletto, era loro proibito mostrare il viso, pertanto avevano l’obbligo categorico di indossare delle maschere durante tutti gli spettacoli, nonché di portare sempre dei “gonnoni” lunghi per coprire le gambe, anche a costo di inciampare sul palco. La difficoltà era poi aumentata dal fatto che non erano ancora state inventate le scarpette da ballo, e pertanto sia uomini che donne erano costretti a ballare indossando le scomode scarpe coi tacchetti che venivano portate anche nella vita di tutti i giorni.

La prima che introdusse le scarpette senza il tacco fu la ballerina belga Marie-Anne de Cupis de Camargo, la quale, intorno al 1730, osò andare in scena all’Opéra di Parigi con gonne corte (vale a dire sopra la caviglia) e senza la maschera.

La ballerina francese Marie Sallé, già allieva dell’accademia dell’Opéra dal 1721, introdusse abiti più leggeri per tutti i ballerini, in modo che fossero più liberi nei movimenti e non corressero il rischio di sembrare goffi o di inciampare. Successivamente, il coreografo e ballerino francese Jean-Georges Noverre proibì categoricamente ai suoi artisti di portare le parrucche durante le rappresentazioni, per permettere l’esecuzione di virtuosismi e di movimenti più sciolti.

“La Camargo dansant” (La Camargo danzante), dipinto di Nicolas Lancret del 1730.

Con l’ammissione delle donne nel mondo della danza classica, nel 1753 nacque l’ Accademia Imperiale Russa, da cui prese vita il famosissimo balletto russo per emulare quello francese. Fu così che, a partire dalla Francia, il balletto classico si diffuse in tutta Europa.

Nonostante ciò, a quell’epoca il balletto classico era ancora molto diverso da come siamo abituati a vederlo ai giorni nostri: nel 1795, ad esempio, era ancora in voga una macchina inventata da Charles Didelot per sollevare le ballerine al posto dei ballerini e far loro danzare sulle punte, poiché questa tecnica di danza non veniva ancora insegnata ed era ancora parzialmente sconosciuta.

Dipinto di Marie Sallé.

La prima a danzare sulle punte fu la ballerina milanese Amalia Brugnoli Samengo nell’opera “La fée et le chevalier “ di Armando Vestris del 1823, eseguita a Vienna. Fu poi Maria Taglioni a eseguire un intero balletto sulle punte nel 1832, nell’opera “La Sylphide” del padre Filippo Taglioni, eseguita all’Opéra di Parigi. Per questa stessa ballerina venne inventato il primissimo tutù, opera del pittore francese Eugène Lamy che ne disegnò il modello.

Il tutù, come siamo abituati a vederlo oggi, bianco e svolazzante, fu portato per la prima volta da Carlotta Grisi nell’opera “Giselle” del 1841.

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