LOUIS ANTOINE DE SAINT-JUST

Louis Antoine de Saint-Just (1767 – 1794), avvocato e scrittore, fu, assieme a Maximilien de Robespierre, Georges Jacques Danton e Jean-Paul Marat, uno dei padri della Rivoluzione francese. Per la precisione, ne fu il più giovane protagonista (nel 1789 aveva 22 anni) e divenne famoso, durante la sua epoca, per le sue ideologie rivoluzionarie fortemente estremiste (vai anche alla pagina sui PROTAGONISTI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE).

La sua immagine di “angelo e demone della Rivoluzione”, coi capelli lunghi e l’orecchino – nonché la sua fama di dongiovanni – è divenuta iconica e leggendaria. Il suo carattere, estremamente complesso, fece sì che da moderato si facesse sempre più spietato (anche a causa degli eventi militari che seguirono il 1789 e che misero in pericolo la Francia), per questa ragione gli sono stati attribuiti nel tempo diversi appellativi, tra cui “arcangelo della morte”, “tigre” e addirittura “mostro”.

Ritratto giovanile di Saint-Just di Constance Meyer.

Saint-Just partecipò attivamente agli eventi della Rivoluzione a partire dal 1790, quando lasciò la tranquilla vita della nativa campagna per recarsi a Parigi. Una volta nella capitale, venne nominato ufficiale della Guardia Nazionale (istituita nel 1789) e scrisse una lettera a Robespierre, deputato dell’Assemblea Nazionale Costituente, perché si interessasse anche delle condizioni di vita dei contadini della provincia. Fu in quell’occasione che divenne noto a Robespierre il nome di Saint-Just, che nel 1793 sarebbe diventato uno dei suoi più stretti alleati.

Sempre nello stesso anno, Saint-Just scrisse l’opera “Spirito della Rivoluzione e della Costituzione della Francia”(Esprit de la révolution et de la Constitution de la France), che venne pubblicata l’anno successivo. In questo scritto, emerge un Saint-Just molto diverso da quello che sarà negli anni a venire: moderato, contrario alla pena di morte e favorevole a un comportamento più pacato da parte dei rivoluzionari rispetto a quello che era stato manifestato nel 1789.

Tuttavia, il 17 luglio 1791 si consumò un fatto molto increscioso che provocò un “cambiamento di rotta” da parte dei moderati: i Foglianti, ossia i francesi favorevoli alla monarchia costituzionale e comandati dal generale La Fayette, spararono alla folla disarmata che chiedeva a gran voce l’instaurazione della repubblica. Il fatto venne ricordato come “strage (o massacro) del Campo di Marte” poiché ebbe luogo nel celeberrimo parco di Parigi dove oggi sorge la Tour Eiffel. Questo tragico evento provocò un’estremizzazione di tutti i partiti di sinistra per opporsi maggiormente ai Foglianti, che cessarono di esistere nel 1792 in seguito alla proclamazione della Repubblica. Saint-Just e molti altri, indignati da tale evento, cominciarono dunque ad avere una visione molto più radicale che in precedenza.

Divenuto un membro dei Montagnardi, il partito di stampo più estremista, Saint-Just venne eletto deputato della Convenzione Nazionale nel 1792, quando quest’organo era stato da poco proclamato. La Convenzione Nazionale nacque per sostituire l’Assemblea Legislativa, a sua volta succeduta all’Assemblea Nazionale Costituente. Nel 1791, Saint-Just aveva già tentato di entrare nell’Assemblea Legislativa, ma era stato scartato per la giovane età.

Proprio davanti ai membri della Convenzione Nazionale, il 13 novembre 1792 tenne un celeberrimo discorso passato alla storia, per decidere del destino di Luigi XVI: con la frase storica “Quest’uomo deve regnare o morire” si schierò tra coloro che erano a favore della morte del re, e in particolare infervorò la folla decretando che il sovrano non avrebbe mai potuto essere giudicato come un qualunque cittadino essendosi macchiato di reati che andavano contro il vivere civile e contro la repubblica che era stata istituita due mesi prima (22 settembre). Nello stesso discorso col quale attaccò pesantemente la figura del re, si dichiarò apertamente repubblicano ed affermò che essere indulgenti col sovrano non avrebbe mai portato alla prosperità della repubblica, che ancora mancava di una Costituzione.

Fu soprattutto in quest’occasione che il giovane Saint-Just divenne molto popolare tra i francesi e ottenne il favore di Robespierre (membro della Convenzione Nazionale ed ex-presidente di quest’ultima dal 5 settembre), di cui condivideva a pieno le ideologie rivoluzionarie. Il modo con cui parlò in tale circostanza apparve molto cambiato da quello con cui si era espresso nei suoi precedenti scritti, segno di una trasformazione interna già avvenuta a partire dal 1791.

Il 15 novembre, alla luce della fama ottenuta, Saint-Just venne nominato membro della commissione incaricata di redigere la nuova Costituzione, e il 24 novembre fu eletto presidente dei Giacobini.

I Giacobini (Jacobins), o Società degli Amici della Costituzione, erano i membri di un’associazione politica (o partito) che prendeva nome dall’ordine monastico dell’ex-convento in cui aveva sede, ed erano famosi per essere portavoce di ideali fortemente rivoluzionari. Saint-Just apparteneva, come Robespierre, ai Montagnardi, ovvero all’ala più estremista della Convenzione Nazionale, di cui facevano parte molti Giacobini. I Girondini, ovvero l’ala più moderata della Convenzione, facevano appoggio soprattutto sulla borghesia, mentre i Montagnardi avevano soprattutto il favore del popolo.

Il 29 novembre 1792 Saint-Just si espresse anche riguardo all’economia francese, con un discorso nel quale propose una rigida tassazione in base al reddito, nonché il diritto alla libera commercializzazione.

Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI venne ghigliottinato per ordine della Convenzione Nazionale e dopo un regolare processo.

Nello stesso anno, iniziò il periodo storico chiamato “Terrore” o Regime del Terrore (La Terreur), attraverso una legge emanata il 10 giugno (22 pratile, secondo il calendario rivoluzionario) 1793 dai Giacobini facenti parte del Comitato di Salute Pubblica (Comité de salut public), nato poco più di due settimane prima. Questa legge, resa esecutiva il mese successivo, poneva restrizioni e repressioni molto severe verso gli avversari del partito giacobino e verso le sue stesse fazioni più moderate, soprattutto attraverso la condanna a morte. Fu in quel periodo che Saint-Just, entrato nel Comitato dal 10 luglio, si trovò a lavorare fianco a fianco con Robespierre (entratovi il 27) e divenne suo principale collaboratore.

All’interno del Comitato di Salute Pubblica, Saint-Just si occupò di redigere la Costituzione proclamando il suffragio universale, il diritto al lavoro e all’istruzione gratuita, nonché il diritto del popolo di insorgere qualora venga minacciata la sua libertà. E’ però famoso anche per alcune leggi bizzarre che propose alla Convenzione Nazionale, come la dieta vegetariana per i bambini e l’espulsione dalla Francia di tutti coloro che non avevano nemici, essendo considerata questa una caratteristica degli individui troppo moderati (atteggiamento che costerà la vita ai rivoluzionari Danton e Desmoulins e causerà il suicidio in prigione di Condorcet nel 1794).  Il 5 aprile 1793, infatti, i Montagnardi – soprattutto per insistenza di Marat – avevano ottenuto l’espulsione dei Girondini dalla Convenzione Nazionale, appunto perché di vedute non estremiste, perciò quest’ala non era entrata a far parte del Comitato di Salute Pubblica. Questo gesto aveva decretato la morte di Marat, che il 13 luglio 1793 era stato assassinato per vendetta dalla girondina Charlotte Corday.

Nell’autunno del 1793, la Costituzione appena redatta da Saint-Just e da altri Giacobini (e per questo chiamata “Costituzione giacobina”) venne momentaneamente accantonata, e alla fine sia lui che Robespierre si trovarono ad essere, in quanto capi della fazione giacobina, i veri detentori del potere in Francia. Per mano loro, furono ghigliottinati centinaia di oppositori tra cui anche Danton e Desmoulins, che erano stati due importanti rivoluzionari. Proprio in questo periodo, Saint-Just creò la sua fama di uomo crudele e spietato.

Dal 19 febbraio al 6 marzo 1794 Saint-Just fu presidente della Convenzione Nazionale e partecipò in seguito ad alcune campagne militari dell’esercito francese contro le monarchie straniere che combattevano per soffocare la Rivoluzione. La consapevolezza dei pericoli che correva la repubblica, minacciata dai governi stranieri, portò Saint-Just ad applicare una maggiore repressione all’interno del Paese per eliminare quanti più oppositori possibile. Egli si occupò inoltre personalmente di migliorare le condizioni di vita e l’equipaggiamento dei soldati, e fu uno dei responsabili della vittoria di Fleurus sul Belgio che avvenne il 26 giugno 1794.

Tornato in Francia, fu vittima della congiura del Termidoro, che avvenne il 27 luglio 1794 (corrispondeva infatti al giorno 9 Termidoro secondo il calendario rivoluzionario) da parte dei Termidoriani, durante la quale venne arrestato Robespierre per fermare il regime dittatoriale ed il Terrore. Saint-Just, accorso per liberarlo, fu anch’egli arrestato e insieme vennero ghigliottinati il giorno successivo (28 luglio 1794, altrimenti conosciuto come 10 termidoro anno II), sulla Place de la Concorde di Parigi.

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