MADAME DE STAËL

In questa pagina saranno descritte alcune opere letterarie di Anne-Louise Germaine (o semplicemente Germaine) Necker, baronessa di Staël-Holstein (1766 -1817), letterata francese vissuta a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. È meglio conosciuta col nome di Madame de Staël (la “e” di Staël” è muta), come veniva chiamata dai letterati della sua epoca.

Madame de Staël è stata un’ importante esponente del Romanticismo letterario (vai alla pagina dedicata a NOVALIS presente nel blog del sito internet parliamotedesco.altervista.org per sapere di cosa si tratta).

L’immagine più famosa di Madame de Staël, datata 1810. Pubblico dominio.

Sebbene fosse nata a Parigi, Madame de Staël era di origini svizzere: era infatti figlia dello svizzero Jacques Necker, il ministro delle finanze di Luigi XVI ai tempi della Rivoluzione francese, il quale, basandosi su modelli di governo più simili a quelli del nord Europa, fu all’epoca un fervente sostenitore della monarchia costituzionale.

Come il padre, anche la futura Madame de Staël era sostenitrice delle forme di governo dell’Europa settentrionale, e reputava necessaria la sostituzione della monarchia assoluta e accentratrice, in vigore in Francia, con quella costituzionale basata sui modelli tedeschi e inglesi.

Nel 1786 si sposò col barone Erik Magnus Staël von Holstein, un diplomatico svedese da cui ebbe cinque figli.

E’ famosa soprattutto per aver fondato nel salotto della propria casa di Parigi (seguendo l’esempio della madre, Suzanne Curchod, che a sua volta aveva creato un salotto letterario a cui avevano aderito molti degli Illuministi francesi quali Diderot, Rousseau e Montesquieu) un circolo culturale a cui aderirono i più noti letterari dell’epoca: il circolo di Madame de Staël. Fu in questo salotto letterario che la baronessa assunse il suo soprannome e iniziò a dedicarsi alla stesura delle prime opere letterarie. Tuttavia, non fu estranea neanche alle vicende politiche, e dopo lo scoppio della Rivoluzione nacque in lei la convinzione sempre più ferma che bisognasse sostituire la monarchia con la repubblica, moderno progetto che la Francia del Settecento impiegherà parecchio tempo per attuare.

Con l’ascesa al potere  di Napoleone Bonaparte – allora console di Francia, e in seguito primo imperatore dei francesi – nel 1803 fu costretta all’esilio in Svizzera a causa delle sue opinioni giudicate troppo moderne (tolleranza religiosa, femminismo, vedute filo-tedesche) e ritenute sovversive e pericolose per la particolare situazione politica e sociale dell’epoca.

Durante il suo esilio, Madame de Staël non smise di dedicarsi alla letteratura, ed anzi scrisse alcune delle sue opere più celebri avendo anche il piacere di conoscere diversi filosofi e letterati tedeschi come Goethe, Fichte, Schlegel e Schiller. Da essi apprese il Romanticismo tedesco, come pure il patriottismo di cui il movimento artistico e letterario si faceva portavoce. Ne divenne presto entusiasta, tanto da scrivere nel 1810 il saggio “Della Germania” (De l’Allemagne).

Tornò a Parigi solo dopo il 1815 (dopo aver fondato il circolo di Coppet in Svizzera), quando Napoleone venne sconfitto a Waterloo e costretto a sua volta all’esilio presso l’isola di Sant’Elena.

“Madame de Staël ritratta come Corinna”, dipinto di Marie Louise Elisabeth Vigée-Lebrun. Immagine di pubblico dominio.

Alcune delle sue opere più importanti furono saggi, scritti sulle vicende politiche della sua epoca. Si menzionano le “Riflessioni sul processo della regina” (Réflexions sur le procès de la reine), scritto nel 1793 in occasione del processo e della condanna a morte della regina di Francia Maria Antonietta, e il postumo “Considerazioni sulla Rivoluzione francese (“Considérations sur la Révolution française”) pubblicato nel 1818.

Tuttavia, scrisse anche saggi e riflessioni su alcuni importanti aspetti sociali e della vita quotidiana: “Dell’influenza delle passioni sulla felicità degli individui e delle nazioni” (“De l’influence des passions sur le bonheur des individus et des nations”) del 1796, “Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali” (“De la littérature considérée dans ses rapports avec les institutions sociales”) del 1800 e le “Riflessioni sul suicidio” (Réflexions sur le suicide) del 1812.

In più, sono note anche alcune opere autobiografiche come “Del carattere del signor Necker e della sua vita privata” (“Du caractère de M. Necker et de sa vie privée”) del 1804 e l’opera postuma “Dieci anni di esilio” (Dix années d’exile).

“Riflessioni sul suicidio” (1812) è un’opera molto importante in cui la scrittrice commenta le ragioni che spingono un essere umano a togliersi la vita, il tutto con un atteggiamento puramente razionale e distaccato dal pensiero religioso. L’ opera prende spunto da un fatto di cronaca, ovvero il suicidio del poeta e scrittore tedesco Heinrich Von Kleist e della sua amante Henriette Vogel sulle rive del fiume Wannsee a Berlino, avvenuto l’anno precedente alla stesura dell’opera di Madame de Staël. Spesso questo saggio viene ricollegato a un altro precedente della stessa autrice: “Lettere sul carattere e gli scritti di Jean-Jacques Rousseau” (“Lettres sur le caractère et les écrits de Jean-Jacques Rousseau”) del 1788, in cui la scrittrice tiene a dissipare le voci che vogliono l’illuminista Rousseau morto per suicidio.

Altre opere molto interessanti sono sicuramente i romanzi e le commedie, che hanno per protagonisti importanti personaggi femminili, a cominciare da una delle prime opere teatrali che è chiamata “Sophie o i sentimenti segreti” (Sophie ou les sentiments secrets) del 1786, per poi arrivare alla tragedia “Jeanne Grey” (o Jane Grey) del 1790, basata sulla vera storia di Lady Jane Grey che fu regina d’Inghilterra e d’Irlanda per soli nove giorni, condannata poi a morte dalla cugina Maria Tudor detta “La sanguinaria”.

Nel 1802 venne pubblicato il romanzo epistolare “Delphine” dove, al pari della commedia di “Sophie”, si narra di un amore impossibile, stavolta tra la vedova Delphine d’Albémar e Léonce de Mondoville, sposato con la cugina di Delphine, che porterà al suicidio della protagonista.

Ma il romanzo più famoso in assoluto è il “Corinna o l’Italia” (“Corinne ou l’Italie”) del 1807, in cui viene descritto un modello di femminilità che fu considerato troppo moderno per i tempi in cui venne pubblicato, tale da indurre le nobildonne francesi a uno stile di vita troppo indipendente e dunque disdiscevole: la storia narra infatti dell’amore tra il nobile scozzese Oswald Nelvil e la letterata italiana Corinna, amore che si sgretolerà in parte anche a causa del carattere indipendente della ragazza e del rifiuto da parte dell’amato di accettare questo suo atteggiamento troppo emancipato. Il romanzo, tuttavia, offre a Madame de Staël anche l’occasione per parlare delle bellezze dell’Italia e dei suoi usi e costumi, cose dalla quale rimase affascinata dopo aver intrapreso un viaggio che la ispirò  nella stesura dell’opera.

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